Meglio la polpa o la passata? Qual è il modo giusto di usare il concentrato? Nonostante sia uno degli ingredienti più diffusi in Italia, il pomodoro trasformato, che si acquista tutto l’anno nei classici formati in bottiglia, latta o tubetto, ancora riceve una scarsa attenzione alle sue varie declinazioni e compare spesso sulla lista della spesa con la generica voce “pomodoro”. Da oggi non più, perché dopo quello del vino, dell’olio, dell’acqua, del tè del caffè e del cioccolato, anche il pomodoro ha il suo “sommelier”. Grazie alla collaborazione tra Mutti e la sezione italiana dei Jeunes Restaurateurs d’Europe, che hanno messo a punto un vero e proprio “Manifesto del pomodoro”, con linee-guida sui tre prodotti classici della tradizione italiana (polpa, passata e concentrato), con l’obiettivo di costruire una cultura del pomodoro trasformato che ancora manca in Italia e di creare una nuova figura di intenditore, capace di valorizzare i diversi prodotti, orientandone il migliore utilizzo in cucina, comprenderne la provenienza e la lavorazione, tracciarne una nuova identità gustativa e suggerirne un miglior utilizzo in cucina al grande pubblico, nel rispetto della stagionalità.
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