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VINO & ARTE

É Rissa, artista contemporanea tedesca, a firmare quest’anno l’etichetta-simbolo di Nittardi

Prima di lei James Ivory, Yoko Ono, Dario Fo, Mimmo Paladino e molti altri nomi illustri hanno impreziosito il Chianti Classico “Vigna Doghessa”

É l’artista Rissa, tra le più note della scena contemporanea tedesca, a firmare quest’anno il Chianti Classico “Vigna Doghessa”, l’etichetta-simbolo di cantina Nittardi - tenuta del Chianti di proprietà della famiglia Canali-Femfert - nell’ambito di un progetto unico, nato nel 1981, che ha già visto in passato la collaborazione di grandi nomi internazionali, dal regista James Ivory (che ha creato l'etichetta lo scorso anno), passando per Yoko Ono, Günter Grass, Igor Mitoraj, Dario Fo, Mimmo Paladino, Emilio Tadini, Valerio Adami, Allen Jones, Fabrizio Plessi e molti altri. Per il Casanuova di Nittardi “Vigna Doghessa” 2022 è stato scelto lo stile inconfondibile di Rissa, che unisce rigore tecnico e sensibilità emotiva, celebrando la profonda connessione culturale tra Italia e Germania. L’etichetta di Rissa - nata nel 1938 come Karin Martin a Rabenstein, e famosa per la sua pittura figurativa che suddivide volumi e colori in sezioni ben definite, ciascuna con una propria intensità e significato - è ispirata al mosaico classico, una tecnica che ha raggiunto il suo apice con i maestri italiani del Rinascimento, grazie all’uso di materiali preziosi come marmo e lapislazzuli. Il delicato lilla dell’etichetta rappresenta l’amicizia profonda, mentre la carta seta che avvolge la bottiglia, decorata con motivi in azzurro e lilla, omaggia la connessione culturale tra i due Paesi. “Sull’etichetta, l’azzurro lavanda richiama una fusione nostalgica e desiderata, mentre la farfalla azzurra sulla carta seta simboleggia una tenera fugacità”, spiega l’artista.
 Dal 1981, ogni annata di Casanuova di Nittardi Chianti Classico che nasce nella Vigna Doghessa, il cru più prezioso dell'azienda, porta con sé due firme speciali: quella interna, che celebra il lavoro instancabile del team della cantina, e la firma esterna, quella di un artista straordinario, che trasforma ogni bottiglia in un’opera d’arte attraverso un’etichetta artistica e una carta seta speciale.
“Il vino è artigianato - spiega Léon Femfert, alla guida di Nittardi - come un artista lavora con un foglio bianco, così il vignaiolo interpreta ciò che la natura gli offre, trasformandolo con creatività e conoscenza. Come il cinema o la poesia, anche il vino racconta storie - conclude Léon - e Casanuova di Nittardi è il nostro modo di raccontarle al mondo”.
Nittardi conta su 40 ettari vitati, in regime biologico, suddivisi tra Chianti e Maremma. Nel XVI secolo la tenuta di Castellina fu di proprietà̀ di Michelangelo Buonarroti che, da lì, si faceva inviare il vino a Roma da offrire a Papa Paolo III. La vocazione artistica è nel Dna dell’azienda, come dimostra lo straordinario parco di sculture contemporanee e gli artisti d’eccezione che ogni anno creano le etichette dedicate, su invito di Peter Femfert (gallerista), della moglie Stefania Canali (storica dell’arte), e del figlio primogenito Léon, che dal 2013 gestisce l’azienda.

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