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Ecologici, abbondanti e nutrienti, gli insetti commestibili saranno il cibo del futuro? Se lo chiedono, dal “Fuori Salone” della “Milano Design Week” 2015, i designer italiani ed internazionali di “Need”, “un percorso di esplorazione dei bisogni

Grilli in purezza, oppure alla vaniglia, al cacao o alla mandorla tostata: sono 4 i gusti dei “Critter Bitters” (www.critter-bitters.com), cocktail agli insetti pensati dalle designer Julia Plevin e Lucy Knops, in mostra alla “Milano Design Week” 2015, di scena nel capoluogo lombardo. Non sono da bere, almeno per ora, ma solo da guardare per riflettere: ecologici, abbondanti e nutrienti, gli insetti commestibili saranno il cibo del futuro? Le innovazioni introdotte dalle nuove tecnologie cambieranno la nostra dieta? Fino a che punto? Domande che aspettano una risposta, insieme ai “cibi-choc” che attendono un lasciapassare all’Expo, al via il 1 maggio: alcuni, infatti, hanno ottenuto una deroga all’ingresso o al consumo nel perimetro dell’Esposizione Universale, mentre altri sono ancora all’esame delle autorità sanitarie.
Intanto, al Fuori Salone, come detto, è tempo di provocazioni: la mostra-evento “Need, when design empowers human potential” di Plevin e Knops, ad esempio, è nata dalla considerazione che le persone sono più aperte e desiderose di sperimentare e innovare attraverso l’alcol. È nato così “Critter Bitters”, uno dei 19 progetti realizzati da designer italiani e internazionali riuniti in “Need”, “un percorso di esplorazione dei bisogni. Uno sguardo - spiegano i promotori - non convenzionale sul futuro, che mette al centro della scena il design come strumento per riscrivere e riprogettare le necessità individuali e collettive. Tra queste il tema cruciale di nutrire il pianeta, leitmotiv di Expo 2015”.
“Need” dedica alle alternative alimentari 3 dei 19 progetti in vetrina e, se con “Critter Bitters”, Plevin e Knops hanno trovato un modo per introdurre gli insetti nella cultura americana, con “Èntomo” Lara Hanlon punta a incoraggiare le persone a scoprirli come gustosa alternativa nutrizionale alle carni più tradizionali. Attraverso un progetto grafico che applica il food design agli insetti, la designer intende proporre “uno stile di vita più intelligente e socialmente sostenibile”.
Il terzo progetto sul tema nutrizione è “Bioplastic Fantastic” di Johanna Schmeer che, studiando nuovi tipi di prodotti e interazioni, frutto dell’innovazione bio e nanotecnologia, ha creato 7 “dispositivi biologici” in grado di produrre tutti gli elementi necessari all’essere umano per sopravvivere (proteine, grassi, acqua, fibre, zuccheri, vitamine e minerali), semplicemente esponendosi alla luce, attraverso la fotosintesi artificiale. I dispositivi sono stati progettati come parte di uno spazio domestico influenzato biologicamente e somigliano a macchine o laboratori.
Ma gli insetti arriveranno mai sulle nostre tavole? Già l’anno scorso - ricordano i promotori di Need - al “Salone del gusto e terra madre” di Torino Irad Santacruz Arciniega, cuoco messicano e fiduciario della condotta Slow Food Tlaxcalam, ha mostrato al pubblico larve, uova e insetti che in Messico finiscono normalmente nel piatto. L’abitudine di mangiare insetti, del resto, è frequente in molti Paesi tra Africa, America Latina e Asia: si stima che nel mondo 2 miliardi di persone già si nutrano di insetti, e si calcolano quasi 2.000 specie commestibili.
Il bisogno di considerare l’”esercito che striscia o vola” una valida alternativa alimentare per il futuro sostenibile del pianeta è stata anche al centro del rapporto 2013 della Fao. Secondo l’agenzia Onu per l’alimentazione e l’agricoltura, nel 2030 dovranno essere nutriti più di 9 miliardi di abitanti della Terra, oltre ai miliardi di animali che la popolano. Considerando che fenomeni come l’inquinamento di acque e di terreni causato dalla produzione intensiva di bestiame, o la deforestazione provocata dal pascolo eccessivo, contribuiranno ai cambiamenti climatici e ad altre conseguenze a rischio ambientale, uno dei modi per affrontare il problema della sicurezza alimentare e dei mangimi potrebbe passare dall’allevamento di insetti, nutrienti e con alti contenuti di proteine, grassi e minerali.

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