Con il via libera della Commissione Bilancio del Senato della Repubblica, l’esame della Manovra arriva al termine, e il 28 dicembre la Legge di Bilancio approderà alla Camera dei Deputati per l’avvio della discussione generale, cui seguiranno - in serata e nei giorni successivi - le votazioni. Tanti gli emendamenti approvati, da quello che introduce il taglio di Irpef e Irap e la rateizzazione delle bollette, a quello sulle delocalizzazioni, ma tante sono le novità che riguardano il mondo agricolo. Tra cui diverse misure proposte da Confagricoltura e Coldiretti, a partire dall’emergenza aviaria, che verrà affrontata destinando, per il 2022, 30 milioni di euro del Fondo Filiere all’Avicoltura: si tratta - sottolinea Confagricoltura - di un primo significativo segnale nei confronti di un comparto in forte sofferenza per il diffondersi della malattia in numerosi allevamenti. Altrettanto significativa l’indicazione nei confronti degli imprenditori agricoli danneggiati dalle calamità naturali eccezionali: la Commissione ha infatti approvato un emendamento che consente il mantenimento della qualifica per gli stessi ancorché non in grado di rispettare il criterio della prevalenza e - per un periodo non superiore a 3 anni - si approvvigionino di prodotti agricoli del comparto agronomico in cui operano prevalentemente da altri imprenditori del settore primario.
Tra le misure approvate, Confagricoltura segnala l’emendamento che consente, negli uliveti colpiti da Xylella, di reimpiantare specie diverse dall’ulivo. Decisione che trova il plauso della Coldiretti, perché considerata importante per dare un futuro all’economia agricola della Puglia ed evitare la desertificazione del territorio e il rischio che un virus alieno azzeri il patrimonio produttivo. Ed ancora l’intervento sul Fondo distribuzione derrate alimentari agli indigenti, incrementato di 4 milioni di euro annui a decorrere dal 2022. Bene - continua Confagricoltura - anche l’aumento del Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore di 100 milioni di euro per il 2022, altrettanti per il 2023 e 2024, insieme con l’esenzione dell’Iva fino al 2024. Queste risorse - commenta Confagricoltura - consentono concrete possibilità di sviluppo alle iniziative di agricoltura sociale.
Approvata inoltre la riduzione del 30% e 20% dell’aliquota di accisa per i birrifici aventi una produzione annua superiore a 10.000 ettolitri e inferiore a 60.000. Una decisione, commenta la Coldiretti, che sosterrà la ripresa del comparto italiano della birra, mettendo in sicurezza lo sviluppo della filiera e l’aumento di produzione di materia prima in Italia. La norma - spiega Coldiretti - prevede che per i piccoli birrifici artigianali con una produzione sino a 10.000 ettolitri lo sconto sulle accise salga sino al 50%; per chi produce sino a 30.000 ettolitri sarà pari al 30% mentre, per le imprese sino a 60.000 ettolitri lo sconto arriva al 20%. Si prevede inoltre - continua Coldiretti - una graduale riduzione d’accisa, sino a scendere a 2,90 euro per ettolitro e per grado Plato nel 2023. Nonostante il crollo annuo di oltre il 15% (con picchi negativi anche del 30%) nel 2020 rispetto allo stesso periodo pre pandemia Covid, il comparto - conclude Coldiretti - è riuscito a generare un valore globale di oltre 8,1 miliardi di euro, che ha contribuito alla ripresa del sistema economico italiano. Soddisfatta, ovviamente, AssoBirra, per “lo sforzo compiuto dai Ministeri dell’Agricoltura e dell’Economia nonché di PD, Lega, M5S e Forza Italia per la riduzione triennale delle accise sulla birra oltre a ulteriori importanti agevolazioni fiscali per i birrifici artigianali. Un intervento che vede la leva fiscale come fattore per favorire la ripresa e la crescita della filiera brassicola italiana”, commenta Alfredo Pratolongo, presidente AssoBirra. “Possiamo guardare al futuro con fiducia e pronti a sviluppare nuovi tasselli della filiera brassicola, il comparto ha voglia di crescere. La birra ha creato nel 2020 un valore condiviso di oltre 8,1 miliardi di euro, in pesante riduzione rispetto al passato, ma comunque equivalente allo 0,49% del Pil nazionale. Questo alleggerimento progressivo delle accise - aggiunge Pratolongo - permetterà di dimostrare a chi vuole fare impresa e investire che l’Italia è un Paese attrattivo per lo sviluppo delle filiere strategiche, e capace di stimolare e sostenere la crescita sostenibile delle piccole e medie imprese che costituiscono la spina dorsale del Paese”.
In tema di agroenergia, si registra un segnale importante che rafforza il percorso delle comunità energetiche con l’approvazione del “Fondo di garanzia per la realizzazione di comunità energetiche rinnovabili”, con una dotazione di 15 milioni di euro per il 2022, 20 milioni per il 2023, 25 milioni per il 2024 e 30 milioni per ciascuno degli anni dal 2025 al 2030. Positivo infine, nell’analisi di Confagricoltura, sempre in materia di efficientamento energetico, il superamento dei limiti originariamente posti al Superbonus 110% per chi ha effettuato il 30% dei lavori entro giugno 2022.
Focus - La Xylella
La Xylella è arrivata in Italia portata da piante tropicali giunte dall’America latina - ricorda Coldiretti - e fino a oggi ha infettato oltre 8mila chilometri quadrati con oltre 21 milioni di ulivi colpiti, molti dei quali monumentali, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia e 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva. Il batterio avanza al ritmo di 2 chilometri al mese e, dopo aver devastato gli ulivi del Salento, minaccia la maggior parte del territorio Ue dove sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo. Gli agricoltori pugliesi sono senza reddito da 7 anni, con un trend che rischia di diventare irreversibile - denuncia Coldiretti - se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il “disastro colposo” nel Salento. Se non esistono cure per salvare gli ulivi infetti da Xylella, unica strada - conclude la Coldiretti - è la convivenza con il batterio attraverso la pratica dell’innesto con varietà resistenti per salvaguardare un prodotto millenario alla base della Dieta Mediterranea proclamata patrimonio dell’Unesco. Si tratta di tutelare una filiera che coinvolge oltre 400.000 aziende agricole specializzate in Italia e che può contare sul maggior numero di olio extravergine ed olive da tavola denominazione in Europa (46 Dop e 7 Igp) con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo.
Focus - La birra artigianale
Con un consumo di 31,5 litri pro capite, e una produzione nazionale di 15,9 milioni di ettolitri, il settore della birra in Italia, è composto da grandi, medi e piccoli operatori dal campo alla tavola, dalle materie prime (malto, orzo, luppolo) al settore alberghiero e della ristorazione fino alla distribuzione, ricorda la Coldiretti. Prima della pandemia - spiega Coldiretti - il settore stava vivendo una vera e propria “primavera della birra” con la nascita e lo sviluppo realtà artigianali e industriali, la proposta di nuovi prodotti e un crescente utilizzo di materie prime agricole 100% made in Italy. Un trend positivo che deve poter riprendere grazie anche agli stimoli della riduzione delle accise con un ruolo fondamentale sugli investimenti per una filiera che, fra occupati diretti e indotto, offre lavoro a oltre 140.000 persone. A spingere la ripresa è soprattutto la birra artigianale che conta circa 550 milioni di litri prodotti ogni anno, di cui circa un terzo arriva da aziende agricole che trasformano direttamente i prodotti agricoli per fare birra. Il consumo - continua Coldiretti - è diventato negli anni sempre più raffinato e consapevole con specialità altamente distintive e varietà particolari: dalla birra alle foglie di ulivo del Lazio a quella pugliese al carciofo, dalla birra senza glutine al riso Carnaroli del Piemonte a quella con la zucca, dalla birra con le arance di Sicilia a quella con le scorze di bergamotto, da quella alla ciliegia a quella con le fragole, da quella al miele di erica alla birra con le prugne e non mancano neppure la birra al pane e quella al grano saraceno. Si stanno peraltro creando anche nuove figure professionali - evidenzia Coldiretti - come il “sommelier delle birra” che conosce i fondamentali storici dei vari stili di birre ed è capace di interpretarne, tramite tecniche di osservazione e degustazione, i caratteri principali di stile, gusto, composizione, colore, corpo, sentori a naso e palato e individuarne gli eventuali difetti, oltre a suggerire gli abbinamenti ideali a tavola. I giovani sono fra i più attivi nel settore con innovazioni che - continua la Coldiretti - vanno dalla certificazione dell’origine a chilometro zero al legame con le aziende agricole ma con produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative, come i “brewpub” o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica. Per sostenere la produzione tricolore di birra è stato promosso dalla Coldiretti il Consorzio Birra Italiana che garantisce l’origine delle materie prime, dal luppolo all’orzo e la lavorazione artigianale creando un rapporto più solido tra i produttori di birra ed i coltivatori di orzo, luppolo e altre materie prime complementari.
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