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LE INIZIATIVE

Emergenza Coronavirus, le iniziative di beneficenza del mondo del wine & food continuano

Giv dona 100.000 euro ad ospedali nel Veronese. I Cerea cucinano i pasti dell’Ospedale da campo a Bergamo, Franco Pepe pizze per i meno fortunati
EMERGENZA CORONAVIRUS, FRANCO PEPE, FRATELLI CERERA, GIV, Italia
Il presidente del Gruppo Italiano Vini - Giv Corrado Casoli

L’emergenza Coronavirus non accenna affatto a rientrare. Ma, allo stesso tempo, non si ferma neppure l’ondata di beneficenza che ha travolto centinaia di migliaia di persone in tutta Italia, con donazioni di ogni tipo. E, anche nel mondo del wine & food, non si ferma la corsa al sostegno agli operatori sanitari, coloro i quali combattono ogni giorno in prima linea contro il Covid-19. Così, il Gruppo Italiano Vini (Giv), la più grande realtà enoica d’Italia, ha deciso di intervenire a supporto dell’emergenza sanitaria che ha colpito l’Italia agendo direttamente sul territorio veronese, dove il Gruppo ha la sede e due cantine di proprietà, donando 100.000 euro al “Fondo Emergenza Coronavirus” dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, che raggruppa gli Ospedali di Borgo Roma e di Borgo Trento.
Sempre dal mondo del vino, arriva l’iniziativa di Tenimenti Rossi Cairo, brand che riunisce le due aziende La Raia, nel cuore del Gavi, e Tenuta Cucco, a Serralunga d’Alba: a partire da oggi, il 40% dell’importo di ciascun ordine effettuato sul sito tenimentirossicairo.it verrà devoluto alla Croce Rossa di Novi Ligure. Anche Le Cantine Riunite & Civ di Campegine sono intervenute a supporto dell’emergenza sanitaria che ha colpito il Paese, agendo direttamente sui territori dove si trovano le sedi delle proprie cantine donando 300.000 euro a favore di USL IRCCS di Reggio Emilia, Azienda Ospedaliera di Modena e Associazione Per Mio Figlio Onlus di Treviso. A muoversi, poi, sono stati anche due grandi nomi del panorama dell’alta ristorazione italiana: i fratelli Cerea, Chicco e Bobo, alla guida del tristellato Da Vittorio di Brusaporto, nel bergamasco, una delle zone più colpite da questa emergenza, si sono resi disponibili a cucinare tutti i pasti, dalla colazione alla cena, per i pazienti e per il personale sanitario che sarà impiegato nell’ospedale da campo che gli alpini organizzeranno, entro questo fine settimana, nella Fiera di Bergamo.
E lanciano anche un appello sui loro canali social: “la necessità è quella di realizzare con urgenza una colletta alimentare che permetta di avere in loco frutta e verdura fresca, latte e latticini, pane e suoi derivati e tutti gli ingredienti anche surgelati che possano concorrere alla preparazione dei piatti”. E poi c’è Franco Pepe, volto di Pepe in Grani, a Caiazzo, il pizzaiolo n. 1 in Italia, che ha scelto, nonostante la chiusura la pubblico del suo locale, di non spegnere la brace del suo forno, acceso da tradizione fin dal 1937, per donare un pasto caldo a chi ne ha bisogno. “All’inizio di questa grande criticità - dice Pepe - quando, per tutelare i miei ragazzi e tutti i clienti, ho deciso di chiudere ancora prima che le misure governative lo imponessero, avevo tanti panetti di pasta che non avrei utilizzato, così come tante materie prime. Per questo abbiamo panificato decine e decine di chili di pane da donare a tutti coloro che ne facevano richiesta. Abbiamo smaltito il pane, e tutto il resto, nel giro di poche ore. Ho deciso di continuare a panificare, con nuovi impasti e con un paio di ragazzi del mio staff, con le dovute precauzioni, sfornando pane e pizze per i meno fortunati. Stiamo assicurando un pasto caldo agli anziani delle case di riposo della zona e abbiamo donato pizze ai clochard nei pressi della stazione ferroviaria di Caserta”. Lanciando, anche lui, un appello: “Mi piacerebbe che i miei colleghi, ristoratori e chef, facessero lo stesso nelle loro città, perché la situazione di emergenza che stiamo vivendo tutti, ma queste persone ancora più di noi, ce lo impone.”
Solidarietà anche di grandi brand della pasta made in Italy, con il Pastificio Rana, che dona 400.000 euro all’acquisto di macchinari per la ventilazione assistita per l’ospedale Pederzoli di Peschiera del Garda e l’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. C’è poi De Cecco, con i suoi 250.000 euro destinati alla Regione Abruzzo per acquistare 10 respiratori, e La Molisana, che ha comprato tre ventilatori polmonari per il Blocco Operatorio della Terapia Intensiva dell’ospedale Cardarelli di Campobasso. 200.000 euro anche da parte di Ferrarelle, a favore delle strutture ospedaliere nelle città in cui si trovano gli impianti, Napoli e Brescia, per combattere l’emergenza Coronavirus. E non solo: ad andare in aiuto del sistema sanitario sono anche Ferrero, con 10 milioni di euro devoluti al Commissariato per la Gestione dell’Emergenza Coronavirus, per dare un aiuto materiale in questa fase critica di epidemia, e Grana Padano, che ha suddiviso la donazione in più regioni: 500.000 euro per la Lombardia, 250.000 euro per il Veneto, 150.000 euro per Piacenza, 50.000 per il Trentino e 50.000 per il Piemonte, scelta dettata dal desiderio del Consorzio di aiutare un po’ tutte le aree della zona di produzione della Dop, acquistando respiratori, tamponi, mascherine e strumenti sanitari necessari.
Questi sono, quindi, solo gli ultimi importanti gesti di solidarietà arrivati dal mondo enogastronomico, che aveva già visto nei giorni e nelle settimane scorse una vera e propria corsa alla beneficenza, come i Consorzi del Brachetto d’Acqui, dell’Asti e del Moscato d’Asti e il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, che si sono uniti nella raccolta di fondi da devolvere alla Regione Piemonte per la lotta all’epidemia da Covid-19, stanziando 10.000 euro ognuno, 30.000 euro in totale, per l’acquisto di tre respiratori indispensabili all’assistenza dei malati più gravi. E se Tannico, grazie alla collaborazione delle più importanti cantine italiane (tra cui Cà Maiol, Cà del Bosco, Ferrari, Contadi Castaldi, Feudi di San Gregorio, Kettmeir, Masciarelli, Moët Hennessy, San Leonardo, Santa Margherita, Tasca d’Almerita e Tommasi), donerà all’Ospedale Sacco di Milano 1 euro per ogni bottiglia acquistata da una speciale selezione del catalogo, le cantine Terre d’Oltrepò e La Versa hanno lanciato la raccolta fondi #allasalute, campagna sociale per essere al fianco del Policlinico San Matteo di Pavia, eccellenza sanitaria nazionale, da tre settimane in prima linea nell’emergenza Coronavirus, per raccogliere fondi da destinare alle urgenze del nosocomio pavese: le due realtà oltrepadane doneranno il 50% del prezzo di vendita di ogni singola bottiglia acquistata sul sito web per sostenere l’attività del Policlinico. Stessa “strategia” lanciata da Zorzettig, che ha organizzato una raccolta fondi per sostenere il reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Universitario Santa Maria della Misericordia di Udine impegnato nell’emergenza Covid-19. L’Azienda Agricola di Cividale del Friuli mette in vendita una riserva di bottiglie di Refosco dal Peduncolo Rosso a un prezzo di 35 euro l’una, con un’etichetta speciale con la frase “Andrà tutto bene” in otto diverse lingue, numero fortunato in Cina, luogo in cui è iniziata l’emergenza: il ricavato servirà per l’acquisto di materiali e apparecchiature necessari a fronteggiare il momento critico. Montelvini, invece, si è fatta promotrice dell’aperitivo in casa e, grazie alla partnership con Air Wines, fino al 12 aprile rende possibile concedersi un aperitivo all’italiana all’interno delle proprie abitazioni contribuendo alla raccolta fondi promossa da Assindustria Venetocentro, che nelle prime 48 ore ha già raccolto 800.000 euro a favore degli Ospedali di Treviso e Padova.
E ancora, dal mondo dell’alimentare, gdo in prima fila, c’era Esselunga, che già diversi giorni fa, ha donato 2,5 milioni di euro agli Ospedali e agli istituti impegnati in prima linea nell’assistenza dei pazienti e nella ricerca scientifica contro il Coronavirus, ed Eurospin, che ha deciso di donarne 100.000, da dividere tra l’Istituto Nazionale Spallanzani di Roma e l’Ospedale Sacco di Milano; Coop ha invece firmato un protocollo d'intesa con Anci, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani e il Dipartimento della Protezione Civile, per favorire i servizi di consegna a domicilio della spesa nelle diverse realtà territoriali, individuando come destinatari le persone più vulnerabili. E non solo: Coop mette a disposizione della Protezione Civile il know how commerciale della sua filiale di Hong Kong e per questa via dona agli ospedali un primo ingente quantitativo di dispositivi medici che arriveranno la prossima settimana. Anche il Gruppo Alì, catena di supermercati presente in Veneto ed Emilia Romagna, ha deciso di donare 1 milione di euro a sostegno dell’Ospedale di Padova. Sempre dal mondo del food, arriva anche l’iniziativa di Eataly: per ogni scontrino battuto dalla catena fondata da Oscar Farinetti, verrà donata una percentuale. Il Gruppo Orogel, azienda italiana attiva nel settore di prodotti surgelati fondata a Cesena, ad esempio, tramite la propria “Fondazione onlus Fruttadoro Orogel F.OR.” ha deciso di donare per l’emergenza 800.000 euro. La parte più considerevole dell’offerta è destinata all’Ospedale Maurizio Bufalini di Cesena per l’acquisto di macchinari e attrezzature necessari a rendere maggiormente funzionale e operativo il reparto di terapia intensiva. A spiccare è la super donazione di Lavazza: il marchio leader del caffè italiano nel mondo ha messo 10 milioni di euro a disposizione, per progetti di sostegno a sanità, scuola e fasce deboli della Regione Piemonte.
A colpire, però, sono anche i gesti di chi, nel suo piccolo, fa il possibile per aiutare chi ne ha bisogno, senza per forza donare soldi, ma ciò che produce: a Quarto Oggiaro, nella periferia milanese, il diciannovenne Riccardo Tiritiello ha convinto padre e nonno, proprietari di una gastronomia, a cucinare gratuitamente pasti per medici e infermieri impegnati in prima linea alla lotta al Coronavirus, lanciando il progetto Chef in Corsia, che chiede l’adesione ad altri bar, ristoranti e gastronomie che aiutino il personale dell’Ospedale Sacco di Milano. Mentre in Piemonte, le pizzerie Flegrea e Lampara tutte le sere fanno avere al personale sanitario dell’Ospedale Città della Salute di Torino.

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