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EMILIA ROMAGNA GASTRONOMICA DIVISA: TRA CHI GIOISCE PER LA DOP ALLO SQUACQUERONE E GLI “INDIGNADOS” PER L’IPOTESI DI DISCIPLIANARE DELLA PIADINA IGP, SLOW FOOD ITALIA IN TESTA, “PERCHÉ COSÌ COME È FAVORISCE GLI INDUSTRIALI E NON TUTELA LA TRADIZIONE”

Per un’Emilia Romagna gastronomica che gioisce, ce c’è una che si “indigna”: la prima è quella che è in festa per il riconoscimento, oggi (insieme al formaggio Nostrano Valtrompia Dop e dell’Uva di Puglia Igp), della Dop allo Squacquerone, tipico formaggio della Regione e compagno prediletto della altrettanto celebre piadina. L’altra è quella che dice “no” all’ipotesi di istituzione del marchio Igp della piadina stessa, perché, secondo gli oppositori guidati da Slow Food Italia, il disciplinare ipotizzato non renderebbe giustizia alla “Vera Piadina Romagnola” dei chioschi, consentendo anche alla piadina “prodotta industrialmente e conservata nei sacchetti di plastica per la vendita nei supermercati” di fregiarsi dell’Igp, in discussione al Ministero delle Politiche Agricole. Per Silvio Barbero, vice presidente Slow Food Italia, “difendere la vera piadina tradizionale significa opporsi a una proposta di Igp che rischia di spazzare via saperi e conoscenze che sono patrimonio del territorio, solo per sostenere una logica economica industriale”.
Una battaglia che vede fianco a fianco Slow Food e Associazione per la Valorizzazione della Piadina Romagnola, che avevano espresso la loro contrarietà all’Igp fin dalla sua proposta iniziale. Ora il movimento regionale della Chiocciola si attiverà per cercare di condizionare la decisione finale del Ministero ed eventualmente anche della Comunità Europea, con l’obiettivo di non far passare il riconoscimento del marchio Igp alla piadina industriale, “perché non vengono salvaguardate freschezza, quotidianità, manualità e territorialità. La “Vera Piadina Romagnola” è quella dei chioschi e di quei ristoranti che la producono, con queste peculiari caratteristiche, tutti i giorni”.
Il disciplinare proposto per ottenere il riconoscimento del marchio a Indicazione Geografica Protetta, per chi si oppone all’Igp così com’è, non tutela affatto il prodotto simbolo della gastronomia romagnola, perché si concentra solamente sulla distinzione tra “piadina romagnola” e “piadina romagnola alla riminese”, definendo diametro e spessore dell’una e dell’altra, e l’area di produzione dei due tipi: in tutto il territorio delle province di Rimini, Ravenna, Forlì-Cesena e nei comuni della provincia di Bologna a Sud del fiume Sillaro.
“I chioschi e le piadaiole sono l’orgoglio e il baluardo della tradizione più autentica della Romagna. La manualità è prevalente, anche durante la cottura, il cui buon esito dipende dal fattore umano che nessun “timer” potrà mai sostituire. Se una volta la piadina si cucinava esclusivamente sul “testo” di terra refrattaria scaldato sulle braci, oggi si cuoce soprattutto sulla piastra di metallo e le piadaiole specialiste si sono sostituite alle casalinghe, ma la tradizione viene rispettata. Se c’è qualcosa che va tutelato è il saper fare di queste piadaiole e le loro magnifiche creazioni, che meriterebbero un monumento. Altro che Igp!”.

Focus - Lo Squacquerone di Romagna Dop
Lo Squacquerone di Romagna Dop è un formaggio cremoso a pasta molle e a maturazione rapida, prodotto con latte vaccino nell’area geografica che comprende le province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Bologna e parte del territorio di quella di Ferrara. Nasce come prodotto dalla lavorazione codificata fra il Settecento e l’Ottocento ma la tradizione popolare lo vuole in produzione dal Primo secolo dopo Cristo.

Focus - Il Nostrano Valtrompia Dop
Il Nostrano Valtrompia Dop, formaggio semigrasso a pasta extra dura prodotto con latte vaccino crudo con l’aggiunta di zafferano, batte sul tempo i parenti prossimi delle valli bresciane che sono in caccia della Dop da decenni: il Bagoss, il rinomato formaggio prodotto nella zona di Bagolino, Valle del Caffaro-Valle Sabbia, fin dal Cinquecento apprezzato nella sua versione d’alpeggio (estiva) dalle famiglie patrizie della Serenissima; e il meno conosciuto Silter, formaggio a pasta semicotta della Valle Camonica molto amato dagli appassionati più avvertiti e competenti. La zona di produzione e di stagionatura del Nostrano Valtrompia Dop è compresa tra i Comuni della provincia di Brescia ricadenti nella Valle Trompia.

Focus - L’Uva di Puglia Igp
L’Igp “Uva di Puglia” è riservata all’uva da tavola delle varietà Italia bianca, Victoria bianca, regina bianca, Michele Palieri nera, Red Globe rosata. È prodotta nella zona che comprende tutti i territori dei Comuni delle province di Bari, Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Foggia, Taranto e Lecce posti al di sotto dei 330 metri sul livello del mare.

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