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ENNIO SALAMON (DOXA): “PER INCENTIVARE IL CONSUMO DEL VINO, SERVE UN’OFFERTA PIU’ ARTICOLATA …”

“Dopo tante difficoltà, negli ultimi anni, ci sono segnali positivi di ripresa nel mercato del vino: una risalita netta dei consumi ai pasti e nei momenti di socializzazione, un maggiore attenzione ai vini di qualità, una leggera ripresa anche nei consumi a casa”: la Doxa - istituto di sondaggi ed analisi economiche e sociali - tradizionalmente molto misurata nel dare tendenze e valutazioni, disegna insomma un futuro roseo per il vino: “un vino sempre più considerato come aspetto edonistico, come simbolo”. Ennio Salamon, presidente Doxa, chiamato da Vinarius, l’associazione delle enoteche italiane di qualità, per il meeting dei suoi “Vent’Anni”, ha quindi ripercorso, in sintesi, la storia dei consumi del vino in Italia: “negli anni Cinquanta, il 70% degli italiani consumava vino (“peraltro cattivo !”). Allora, il vino era forza, nutrimento; il vino buono non era raggiungibile (anche se si registravano i primi accessi al vino di qualità); negli anni Ottanta, svolgimento dei comportamenti: cadeva la percentuale dei consumi a tavola, con una risalita timida dopo lo scandalo del metanolo; negli anni Novanta, si è poi continuata la caduta della domanda di vino a tavola, e soprattutto nei giovani. Oggi, il 36% degli italiani consuma vino”. “Ma oggi - spiega Salamon - serve un’informazione facile, non troppo tecnica e selettiva (come, ad esempio, la diversità del vino da annata ad annata …) che spesso ha l’effetto di allontanare il consumatore, insieme anche ad un’offerta più articolata al consumatore, con dosi più piccole: ad esempio, la “formula” del vino al bicchiere o le “mezze bottiglie” … Insomma, non si è fatto insomma ancora abbastanza per rendere l’assaggio più vicino”. “Un altro aspetto su cui il mondo del vino di qualità deve puntare - commenta Salamon (Doxa) - è sul fatto che sono ben 65 milioni all’anno i visitatori che arrivano in Italia (di cui 42 con soggiorno) e che 2/3 di questi viaggiatori, peraltro, si muovono con le proprie auto”. La Doxa ha anche dato un indicazione interessante alle aziende vinicole: “devono sviluppare ed investire in punti vendita sul territorio, dare informazioni a livello locale e regionale, non troppo elitarie e tecniche ed in più lingue”.

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