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ENOTURISMO STRADA VINCENTE, MA SERVE UN’IDENTITÀ TERRITORIALE FORTE E SUPERARE LE FRAMMENTAZIONI, ALTRIMENTI SI RISCHIA DI ESSERE INVISIBILI NEL MERCATO GLOBALE. LE POTENZIALITÀ DEL TURISMO DEL VINO: 8 MILIONI DI TURISTI E 4 MILIARDI DI FATTURATO

Italia
A Treviso esaminate le potenzialità del turismo del vino

Che l’enoturismo possa e debba rappresentare, per Italia in generale ed in particolare per i territori a specifica vocazione vitivinicola, una strada vincente e lungimirante, ormai non ci sono più dubbi. Che però resti ancora molto da fare, soprattutto a livello di “governo” e “cabina di regia” di questo turismo emergente, è ugualmente indiscutibile. Ne hanno discusso in modo articolato ed aperto operatori, esperti della comunicazione, studiosi, produttori e istituzioni che si sono ritrovati, nei giorni scorsi, nella Scuola Enologica di Conegliano (Treviso), chiamati al confronto, su iniziativa della Strada del Prosecco e Vini Colli Conegliano Valdobbiadene e di Altamarca, sul tema appunto di “Enoturismo, una strada vincente”.
“L’enogastronomia - ha spiegato Magda Antonioli Corigliano, direttore del Master in Economia del Turismo alla Bocconi di Milano - ha assunto, dagli anni 80 in poi, un ruolo esplicito di motivazione principale dello spostamento per fasce di utenti sempre più vaste”. I numeri sono notevoli: nel 2008, in Italia, si possono stimare in 8 milioni i turisti solo per il vino, con una ricaduta di 4 miliardi di euro di fatturato, dove a fronte di ogni euro speso in cantina sul territorio se ne generano quattro. Però molto resta ancora da fare per riuscire a dare solidità e far funzionare correttamente la “macchina dell’enoturismo”. In primo luogo appare troppo frammentaria ed indistinta l’offerta. Lo dimostra il fatto che in Italia attualmente esistono più di 140 Strade del Vino, contro la decina della Francia, e “la loro offerta - ha lamentato la Antonioli Corigliano - è troppo indifferenziata e l’attenzione ai fattori di qualità è ancora talvolta insufficiente”; da parte sua Marco Berchi, direttore di “Qui Touring”, ha ricordato come “il tema della qualità, dovrebbe essere un punto di partenza, una caratteristica distintiva della destinazione turistica, più che un obiettivo”.
Ma altri punti critici riguardano anche la formazione professionale degli operatori nel settore e la capacità dei circuiti enogastronomici di abbinarsi a servizi di ricettività, ristorazione, di accoglienza ad eventi sportivi, culturali, educativi, di intrattenimento; insomma “la motivazione meramente enogastronomica si affianca alla scoperta più generale del territorio e delle risorse culturali, artistiche e naturalistiche in esso presenti”.

In particolare - Ecco l’identikit del turista del vino nella Provincia di Treviso
Un’enoturista “fedele”, alla ricerca di vini tipici e chiaramente territoriali, con buon rapporto qualità-prezzo, ma sempre più attento anche ad altri aspetti qualitativi, primo far tutti il paesaggio e l’ambiente: ecco i tratti fondamentali di un primo, ancora parziale, ma già indicativo, identikit del turista del vino in Provincia di Treviso, elaborato da Alessandro Galardi, consulente Sviluppo Sistemi di Qualità, che ha iniziato monitorare i gusti, le preferenze, le scelte dell’enoturista che arriva dalla Strada del Prosecco di Conegliano e di Valdobbiadene e dalle cantine di Altamarca (info: www.coneglianovaldobbiadene.it).
Andando ad analizzare più nello specifico le linee di tendenza significative si scopre che l’enoturista del Trevigiano si muove sì per acquistare vino, ma ne “approfitta” anche per fare passeggiate, visite artistiche, mangiare nel territorio; ma in generale l’ambiente rappresenta un fattore attrattivo molto importante per l’enoturista, in grado anche di fargli fare anche più strada, pur di trovarsi a contatto con un paesaggio integro: per molti appassionati la qualità del territorio naturale è addirittura in grado di affiancare e superare, in ordine di importanza tra i fattori attrattivi, la stessa qualità dei vini proposti. Tra le altre molle forti che spingono all’acquisto di una bottiglia rimane anche il favorevole rapporto, almeno percepito, tra qualità e prezzo.
Nel capitolo “comunicazione”, il tradizionale passa-parola rimane uno strumento fondamentale, ma sempre di più conta aver la possibilità di incontrare e conoscere di persona i produttori; richiesta questa captata dalle antenne sensibili di molte cantine che propongono ormai in modo esteso per i loro clienti la vendita diretta, accompagnata da degustazioni e visite in azienda, passeggiate nei vigneti, iniziative culturali o sportive, che sono poi, a giudizio degli stessi enoturisti, i servizi ritenuti più attrattivi che una cantina possa allestire.
Insomma i gusti e la domanda del consumatore e del turista del vino sono ormai cambiati ed anche le cantine della Provincia di Treviso si stanno attrezzando per rispondere a questa nuova sfida. Ed un nuovo strumento per far crescere la qualità dei servizi e contemporaneamente per aiutare l’enoturista ad orientarsi fra le tante offerte del mondo del vino potrà essere la nuova “Carta Comune delle Strade del Vino” che sta per essere lanciata a livello europeo.
Si tratta di un progetto rivolto a tutte le strade enologiche che adottando questa “Carta Comune”, accetteranno di confrontarsi e cercare di raggiungere standard uniformi per capire dove e cosa deve essere migliorato. Gli aspetti che dovrebbero essere monitorati attraverso la “Carta”, sono le cantine, le strutture di ospitalità, la ristorazione, le produzioni tipiche, le attrattive turistiche, l’artigianato; ed alla fine il moderno turista del vino dovrebbe avere a disposizione una vera e propria “classifica” delle strade del vino europee e delle loro principali caratteristiche.

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