Arriva, puntuale, anche la risposta di Epi, il gruppo francese che dal 2016 controlla la griffe del Brunello Biondi Santi, tirata in ballo dall’articolo del quotidiano “La Nazione” che ieri ha raccontato dell’indagine della Procura di Siena che ha messo nel mirino Jacopo Biondi Santi, indagato per reati tributari relativi a fatture emesse e successivamente annullate, che secondo i legali dell’imprenditore non avrebbero arrecato alcun danno all’erario, legati, secondo il quotidiano, proprio all’operazione che ha portato Il Greppo nella galassia di Epi Group. Che da parte sua prende le distanze dall’indagine aperta dalla Procura della Repubblica, perché, come sottolinea il comunicato inviato dalla famiglia Descours, “si tratterebbe di un’indagine verso una persona fisica per questioni amministrative e contabili che risalgono a diversi anni prima dell’ingresso del gruppo EPI nel capitale di Biondi-Santi. Nessuna delle società controllate da EPI è coinvolta nell’inchiesta menzionata dalla stampa. Questa vicenda non riguarda le operazioni viticole di Biondi-Santi e quindi non ha alcun impatto sulla gestione operativa quotidiana della tenuta. Il team di Biondi-Santi rimane concentrato sullo sviluppo dell’azienda e sulla qualità dei suoi vini. Né EPI né Tenuta Biondi-Santi Spa desiderano commentare un caso che riguarda esclusivamente Jacopo Biondi Santi e le sue attività precedenti all’acquisizione di Biondi- Santi da parte del gruppo EPI”.
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