Tengono web e export, ma cresce la contraffazione: è il quadro del settore alimentare che emerge da una ricerca di Esperya, la bottega enogastronomica on line, che ha confrontato i dati Istat e Ice con quelli del proprio database sulle contraffazioni alimentari.
Secondo lo studio, l’agroalimentare sul web in Italia si è attestato, negli ultimi 2 anni, a 190.716.000 euro, facendo registrare una crescita del 15% sul 2006, dovuta all’aumento dello scontrino medio, passato da 117 a 135 euro. “Il consumatore che si rivolge ad Esperya dall’estero è colto ed evoluto e per trovare i veri prodotti del made in Italy si rivolge su Internet a siti specializzati e certificati”, spiega l’ad Ercole Gattiglia, secondo cui esiste il rischio di acquistare prodotti non certificati o contraffatti.
Un fenomeno, il cui business, secondo le ultime stime di Federalimentare, è di 52 miliardi di euro e che, se contrastato efficacemente, “permetterebbe alle imprese italiane di triplicare il valore dell’export passando da 3 a 9 miliardi di euro”.
La top 5 dei prodotti più contraffatti, conclude Esperya, sono nell’ordine Parmigiano Reggiano, pasta (penne spaghetti e linguine), vino (Chianti, Sangiovese, Refosco e Barbera), salumi (prosciutto, salame e soppressata) e condimenti e salse.
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