Sono passati 4 mesi dall’obbligo di etichettatura ambientale, e ne mancano meno di 8 mesi all’entrata in vigore della legge che, secondo il Regolamento Ue 2021/2117, disciplina l’esposizione delle info nutrizionali sulle bottiglie dei vini. Il settore wine & spirits è in fermento, ma nel suo complesso ha già imboccato una direzione: quella digitale. Le normative lasciano in capo all’azienda la scelta delle modalità di etichettatura, ma la sola etichetta cartacea sembra ormai inadeguata per comunicare tutte le informazioni, obbligatorie e non, come sostiene da mesi lo stesso Conai, il Consorzio nazionale degli Imballaggi.
Tra le aziende specializzate, la prima a lanciare l’Etichetta Ambientale Digitale (Ead) è stata Giunko, ancora oggi l’unica in grado di offrire informazioni ambientali geolocalizzate, ossia coerenti con le regole di raccolta differenziata di ciascun Comune. A seconda delle esigenze, Ead è disponibile dal codice a barre già presente sulla confezione, tramite QR Code dinamico, attraverso una web app brandizzata o all’interno della pagina web aziendale, grazie all’Iframe fornito da Giunko. Ad oggi, l’etichetta ambientale digitale di Giunko è presente, in varie modalità, su più di 1 milione di referenze, che hanno già fatto registrare quasi 2 milioni e mezzo di visualizzazioni da parte dei consumatori. “A differenza di altre soluzioni lanciate successivamente sul mercato - sottolinea Noemi De Santis, manager Giunko - Ead offre non solo la garanzia di un know-how specifico per la comunicazione di info di smaltimento geolocalizzate, ma anche una possibilità di personalizzazione direi quasi sartoriale”.
Una volta scelta la soluzione tecnica più adatta (codice a barre, QR Code, web app o Iframe), i produttori possono dotare ogni singolo packaging di un collegamento virtuale alla sua scheda-prodotto. Per ogni referenza è possibile inserire le info ambientali automaticamente allineate alle regole di ogni Comune, ma anche gli ingredienti e le info nutrizionali, contenuti di sostenibilità, dettagli aggiuntivi sul prodotto e/o l’azienda, il logo, i contatti e persino link esterni.
Il settore dei vini e delle bevande è finora uno di quelli che ha mostrato la maggior ricettività alla soluzione digitale. Ead è utilizzata e promossa da Uiv (Unione Italiana Vini) e Federvini ed è stata segnalata come buona pratica da Conai. Come spiega Noemi De Santis: “col minimo ingombro fisico, è possibile ottenere un’estensione digitale pressoché infinita dei contenuti, che sono per di più resi disponibili ai consumatori in undici lingue diverse. Un plus che può davvero fare la differenza per prodotti, come vini e spiriti, che sono spesso destinati a essere distribuiti anche in mercati esteri”.
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