L’export non è fondamentale soltanto per i produttori di vino del Belpaese. Perché l’Italia è uno dei più importanti produttori di barbatelle del pianeta, grazie soprattutto alla leadership della Vivai Cooperativi Rauscedo, colosso da oltre 60 milioni di barbatelle prodotte e commercializzate ogni anno. Ma, esattamente come accade per il vino e tanti altri prodotti, le tensioni internazionali e le decisioni di paesi partner non aiutano. E così, se qualche settimana fa era arrivata la notizia che la Tunisia voleva bloccare l’import di barbatelle dall’Italia, formalmente per l’allarme generato dalla Xylella Fastidiosa in Puglia (emergenza critica per gli olivi, ma per ora senza nessun effetto sulle vigne almeno in Italia, ndr), ora anche in Libia (dove è esploso il problema Isis) arrivano delle criticità: “un lotto con 700.000 piante, tutte per uva da tavola di diverse varietà, è stato bloccato ieri dagli spedizionieri perché il nostro importatore in Nord Africa, Agromillora Méditerranée, ha trovato forti resistenze e da Tunisi non ha potuto raggiungere Tripoli”. Lo ha detto Giorgio Giacomello, presidente dei Vivai cooperativi Rauscedo, e di Confcooperative Fedagri Friuli Venezia Giulia. “C’è forte preoccupazione - ha detto Giacomello - tra noi operatori, già penalizzati dalla scellerata scelta dell’embargo russo. Questa partita in partenza per la Libia, da colture in provincia di Udine e di Rimini, vale un 1,3 milioni di euro”. Vivai cooperativi Rauscedo commercializza in 43 Paesi esteri, compresi i Paesi arabi dove l’export più significativo va in Marocco, Tunisia, e tramite partner, in Libano.
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