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EZIO RIVELLA VERSO LA PRESIDENZA DELL’UNIONE ITALIANA VINI (UIV), LA PIU’ IMPORTANTE ORGANIZZAZIONE DI IMPRESE VITIVINICOLE D’ITALIA

Italia
Ezio Rivella

Sarà l’enologo-manager Ezio Rivella, uno dei personaggi più autorevoli dell’enologia italiana e internazionale, il nuovo presidente dell’Unione Italiana Vini (UIV), la più antica ed importante “espressione” nazionale degli imprenditori e professionisti della filiera del vino. Stando ai rumors, oggi l’investitura di alcuni dei massimi “uomini del vino” d’Italia (Antinori, Zonin, Tasca d’Almerita, Frescobaldi, Cecchi, Folonari …) e di importanti aziende (Cavit, Giv, Duca di Salaparuta …). Sempre, oggi, stando ad indiscrezioni, sarà formalizzata la lista dei consiglieri (composta da 30 nomi) per l’elezione del nuovo cda dell’Unione Italiana Vini (è scontata, invece, la conferma del consigliere delegato, Davide Gaeta), già in calendario per il 29 maggio.

L’Unione Italiana Vini (che in passato è stata “governata” da Gianni Zonin e da Vittorio Vallarino Gancia), che è confederazione “politica” e di servizi alle imprese (legata sia a Confcommercio che a Confindustria), nata a Milano nel lontano 1895, divisa in tre rami (viticoltori e produttori di vino, commercianti vinicoli, industriali vinicoli, oggi diretti, in ordine, da Piero Antinori, Luigi Cecchi, Ambrogio Folonari), ha ben operato, in questi anni, sviluppando l’attività di servizio per le imprese vitivinicole (dalla consulenza legale a quella tecnica per tutti i problemi di applicazione della legislazione vitivinicola, nazionale e comunitaria, dai servizi per l’export alla consulenza marketing, analisi dei mercati vitivinicoli internazionali, nazionali e regionali, dallo studio dell'offerta e della domanda di prodotti enologici ed analisi delle strategie commerciali del settore vitivinicolo all’informazione per le imprese (soprattutto con “Il Corriere Vinicolo”) ed una continua e qualificata azione di tutela per le imprese dell'Unione Italiana Vini. L’Unione organizza, inoltre, a Milano, ogni due anni, il “Simei”, il salone internazionale macchine per enologia e imbottigliamento, e “Enovitis”, il salone delle tecniche per la viticoltura (in calendario, quest'anno, dal 28 novembre al 2 dicembre). Il “Simei”, la più qualificata esposizione del mondo, rigorosamente specializzata, presenta tutti i tipi di attrezzature e prodotti per l'enologia e per l'imbottigliamento e il confezionamento delle bevande: si tratta di grandi, medi e piccoli impianti per l'imbottigliamento, di macchinari di ogni tipo per la lavorazione delle uve e i diversi trattamenti del vino, di materiali per il confezionamento e l'imballaggio dei liquidi imbottigliati, di recipienti, di coadiuvanti tecnologici nelle versioni più aggiornate. “Enovitis”, rassegna specializzata, è l'unica fiera in Italia che, insieme a Simei, presenta tutte le attrezzature per l'intera filiera vitivinicola: Enovitis, in particolare, costituisce un importante momento espositivo che va dalle barbatelle alla protezione fitosanitaria, dalle attrezzature e macchine per le lavorazioni nel vigneto (trattrici, estirpatori, motozappe ....) fino alle vendemmiatrici (anche prove di macchine nel vigneto, che sono una verifica diretta delle potenzialità tecniche delle macchine).

La storia dell’Unione Italiana Vini

L’Unione Italiana Vini (UIV) nasce a Milano nel 1895 per iniziativa di un gruppo di commercianti di vino con una precisa volontà: “combattere il dazio e le frodi e divenire la principale organizzazione di settore nel comparto agroindustriale. Ma avverte anche l’esigenza di mettere a disposizione delle imprese una rete di servizi utili allo sviluppo del commercio vinicolo”. Infatti, contemporaneamente alla realizzazione di un laboratorio enochimico a Milano, sorge un collegio arbitrale vinicolo per la risoluzione delle controversie. L’associazione interviene anche nel trasporto dei vini, acquistando e costruendo carri serbatoi Ferrovie dello Stato che mette a disposizione dei propri associati e dando vita anche alle Officine Ferroviarie di Foggia. Nel 1929 l’Unione Italiana Vini trasferisce la sua sede in un palazzo a fianco di Galleria Vittorio Emanuele nel quale viene collocata la Borsa Vini e negli anni successivi si fa promotrice di un concorso per un manifesto di propaganda al vino. A fianco dell’attività di servizio per le imprese vitivinicole, l’associazione svolge una continua e qualificata azione di tutela verso gli associati. Nel 1996, per rispondere alle nuove esigenze del settore, all’interno dell’Uiv nasce la Confederazione Italiana della Vite e del Vino, espressione nazionale e unitaria di tutti i soggetti imprenditoriali e professionali della filiera vitivinicola. Fonte: Unione Italiana Vini

Ezio Rivella: il “curriculum vitae”

Ezio Rivella non è nuovo a nomine di grande rilevanza a livello nazionale ed internazionale: è stato, infatti, per 12 anni, il presidente dell’Associazione Enologi Italiani e, per 9 anni, il presidente dell’Associazione Mondiale degli Enologi, oltre che membro dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino e dell’Accademie International du Vin e vice presidente dell’Office Internationale de la Vigne et du Vin. Un ruolo importante Ezio Rivella lo ha svolto, in un recente passato, anche come presidente del Comitato Nazionale Doc (coordinando quindi una quarantina d’esperti del nostro Paese), che, con la sua guida, è riuscito a far capire che "le doc (che in Italia sono circa 300, oltre a 150 indicazioni geografiche, ndr) non sono bollini di garanzia di qualità, ma uno strumento dato all’imprenditore che deve però essere capace di usarlo. Scrivere doc su un vino non basta: la doc non è un punto d’arrivo, ma di partenza. La vera garanzia della qualità viene, infatti, costruita dal produttore e riconosciuta dal consumatore. In altre parole, la doc è la possibilità che viene data ad una determinata area di produzione di un certo vino, di crescere, ma questa crescita deve essere frutto delle imprese". Il Comitato Nazionale Doc, con la presidenza Rivella, dal ’93 al ’98, ha dato esecuzione alla legge 164 (che era rimasta bloccata per anni), ha rivisto oltre 150 disciplinari tra docg e doc (rendendoli più aderenti alla legge e più trasparenti), ha concesso 70 nuove doc, ha creato la strumento dell’Igt ed ha quindi raggiunto l’importante obiettivo di elevare la quota dei vini doc sulla produzione nazionale, che è passata dal 10% al 25% (ponendo anche le premesse per portare questa percentuale al 35/40%). Ma il personaggio Ezio Rivella (che è anche autore di numerosi studi e pubblicazioni di tecnica enologica) è da sempre legato ad uno dei progetti vitivinicoli più grandi mai realizzati in Italia, quello della Castello Banfi (nato, nel 1977, per volontà dei fratelli John e Harry Mariani, proprietari della Banfi Vintners, il più grande distributore di vini italiani negli USA). Un’impresa vitivinicola unica nel suo genere, con una proprietà di 2850 ettari, di cui 800 a vigneto, messi a coltura con un’imponente opera di bonifica e recupero dei suoli, una cantina che è un modello di organizzazione tecnologica, un castello medioevale completamente restaurato, in un territorio come Montalcino. L’azienda, che produce una gamma di vini d’alto pregio, occupa mediamente 240 dipendenti ed ha un fatturato di 85 miliardi. Un’impresa per la quale, nel 1985, Ezio Rivella è stato nominato cavaliere del lavoro dal Presidente della Repubblica. Oggi, il “Cavaliere”, pur continuando a collaborare con la Castello Banfi (ma, dal 31 dicembre 2000, ha lasciato l’incarico di “amministratore delegato”), sta investendo in proprio in attività imprenditoriali, con la partnership di uno dei più importanti e conosciuti commercianti di vini di alta classe d’Italia, Giuseppe Meregalli: ha, infatti, acquistato terreni e vigneti in Maremma, nel Chianti Classico, in Piemonte e, da pochi mesi, anche a Montalcino.

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