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“Fall and rise in Tuscany”: la storia di Lodovico Antinori, dalla creazione di Ornellaia alla sua vendita (“l’errore più grande della mia vita”) al successo di Tenuta di Biserno, in copertina su “Wine Spectator” (come successo a pochissimi italiani)

Italia
Storia di Lodovico Antinori, da fondazione e vendita di Ornellaia e Masseto, alla creazione di Biserno, in copertina della rivista Usa Wine Spectator

“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Così cantava Antonello Venditti. Verso che si cuce benissimo addosso a Lodovico Antinori, uno dei grandi del vino italiano, inventore di fenomeni come Ornellaia e Masseto, in quel di Bolgheri, di cui è tra “i padri fondatori” come grande territorio vinicolo, e oggi alla guida, nella vicina Bibbona, della Tenuta di Biserno, una delle realtà più belle del territorio. Una storia, la sua, che è finita sulla copertina di “Wine Spectator” (Ottobre 2016).
Un onore che, più volte toccato all’Italia del vino con i suoi territori, Toscana e Piemonte al top, di rado è stato riservato a singoli italiani protagonisti Belpaese enoico, che si contano sulla punta delle dita (almeno dal 1994, anno a cui arriva l’archivio on line del magazine, www.winespectator.com/issue, ndr ): Angelo Gaja (nel 2011), Oscar Farinetti (nel 2013) e Piero Antinori (per ben due volte: nel 1994 e, con le figlie Albiera, Allegra e Alessia, nel 2015).

E la storia raccontata nell’articolo di Robert Camuto per “Wine Spectator”, “Fall and rise in Tuscany” (“Caduta e ascesa in Toscana, ndr), non solo la storia di una seconda impresa di Lodovico nel territorio che lambisce la costa toscana, con Tenuta di Biserno, a Bibbona, che nasce con le stesse caratteristiche e le stesse premesse di Ornellaia, come abbiamo più volte scritto anche su WineNews. Ma è anche la storia di un ritrovato rapporto di collaborazione tra i due fratelli Lodovico e Piero.
Che era entrato in crisi, come ricorda anche “Wine Spectator”, proprio a causa di Ornellaia, fondata da Lodovico nel 1981, dopo il suo periodo di lavoro in Usa, “dove i vini italiani erano mal considerati, ed io volevo dimostrare che in quel territorio di Italia si potevano fare vini non certo peggiori dei francesi”. Così Ornellaia nasce con i vitigni d’Oltralpe che hanno fatto grande Bordeaux, compreso quel Merlot che dava risultati eccellenti, e che, dal 1987, diventa il Masseto, altro vino icona del Belpaese. Come lo stesso Ornellaia, che, con l’annata 1998, diventa “Wine of the Year” della Top 100 di “Wine Spectator” nel 2001.
Poi, nel 2002, per mille motivi legati alla sua vita personale, Lodovico, che aveva già ceduto una prima quota di Ornellaia nel 1999 a Mondavi, la vende definitivamente nel 2002.
“Mio padre mi ha sempre detto che nella vita un grande errore è concesso: io il mio l’ho commesso vendendo Ornellaia”, racconta Lodovico a “Wine Spectator”. E, quando Mondavi coinvolge nel progetto Ornellaia i Frescobaldi, la famiglia toscana storica e rivale di Antinori, Lodovico si sentì ancora più in colpa: “quando lo seppi andai da mio fratello Piero, e mi scusai”.
Ma gli spiriti irrequieti e intraprendenti non si fermano mai, e così Lodovico, con il supporto di Piero e della famiglia, inizia a lavorare a due nuove avventure a poche centinaia di metri dai vigneti di Ornellaia, ovvero la Tenuta Campo di Sasso e, soprattutto, la Tenuta di Biserno, che, in pochi anni, è diventata una delle realtà più prestigiose del vino italiano.
Un avventura, quella di Biserno, iniziata dal nulla, da “terra brulla”, come Ornellaia, e con la stessa filosofia, spiega Lodovico Antinori. A cui la tenuta è intimamente legata, come sottolinea nel pezzo di Robert Camuto, Piero Antinori: “Biserno ha bisogno di Lodovico come sua anima e forza motrice, e Lodovico merita questo suo secondo successo”.
Perchè, a volte, non è vero che certi treni passano una sola volta nella vita. Anche se, ammette Lodovico, “oggi iniziare a costruire una cantina dal nulla è cento volte più difficile che negli anni Ottanta. Oggi tutti fanno vini sempre migliori, in Italia e nel mondo. Ed è difficile bere un vino davvero cattivo. Mentre quando ho iniziato con Ornellaia, il vino cattivo era all’ordine del giorno”.

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