Il futuro della meccanica agricola si gioca oltre frontiera: nel periodo gennaio-settembre 2007 (dati Istat), le esportazioni segnano un incremento in valore (sullo stesso periodo dell’anno precedente) del 5,6% per le trattrici e del 7,6% per le altre tipologie di macchine. Nei primi nove mesi dello scorso anno, il fatturato all’estero delle case costruttrici italiane ha superato complessivamente i 2,7 miliardi di euro. Grazie all’export, dunque, la produzione di macchinari agricoli in Italia continua a mantenere livelli elevati. E le locomotive europee per numero di immatricolazioni si sono rivelate il Regno Unito (+ 14,6%), la Francia (+ 7,6%) e la Spagna (+ 3,9%). Lo dicono i numeri, arrivati da Fieragricola, dal presidente di Unacoma (Unione nazionale dei costruttori di macchine agricole), Massimo Goldoni e dal direttore, Guglielmo Gandino.
Dati, questi, che forse rendono ancor più evidente la situazione invece di difficoltà nelle vendite sul mercato interno: il 2007 si è chiuso con una flessione; le vendite di macchine agricole in Italia si sono arrestate a 26.835 unità (dati Ministero dei Trasporti), con un calo del 9,8% sul 2006, che, a sua volta, aveva già registrato un indice negativo del 6,2%.
“La crisi delle vendite nel nostro Paese - sostiene Goldoni - dipende da fattori strutturali, come la contrazione del numero di aziende agricole, che riduce la domanda di macchinario, e la riforma del sistema di aiuti comunitari, che crea incertezza e limita gli investimenti da parte degli agricoltori”.
Molte le attese del comparto: “oltre alla concessione di incentivi per l’acquisto di mezzi meccanici, che pure è necessaria per avviare un processo di rinnovo del parco da cui dipende la competitività del settore agricolo - prosegue Goldoni - ci aspettiamo dal mondo politico l’attuazione di una vera politica per la meccanizzazione, che attribuisca importanza alla ricerca e che guardi al mezzo meccanico come elemento cardine delle nuove filiere agricolo-industriali”.
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