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CIBO VIA WEB

Food & e-commerce, il 36% degli e-shopper ha continuato a fare spesa online anche dopo il lockdown

Emerge dal Netcomm Forum Live. Il click & collect con ritiro in negozio a +349%. Il cibo ha contribuito alla crescita complessiva dell'online
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Cresce la spesa alimentare online

Con il 17,2% dei consumatori che ha acquistato cibo almeno una volta attraverso il web nel lockdown, la penetrazione dell’alimentare nell’online è pressoché raddoppiata. E tra chi ha sperimentato la spesa online, il 36% degli e-shopper ha continuato a farlo anche dopo privilegiando i siti web della gdo, con un aumento della customer satisfaction arrivata ad una valutazione di 7,5 contro il 6,5 nel periodo della pandemia. La modalità di consegna preferita? L’home delivery, seguita dal ritiro in negozio cresciuto a tre cifre (+349%). Ecco numeri e tendenze del food e-commerce, tra i settori che, secondo il Rapporto di Iri per il Netcomm Forum Live, promosso dal Consorzio del Commercio Digitale Italiano con NetStyle e Tuttofood Milano, hanno contribuito maggiormente alla crescita degli acquisti online in tempo di pandemia, con la spesa alimentare via web che si consolida come abitudine dei consumatori italiani. In particolare, il Rapporto evidenzia che, se nel 2019 le vendite online erano sbilanciate verso gli acquisti di prodotti per la cura della persona e il cibo per animali domestici, il 2020 ha visto un’esplosione nelle vendite digitali di prodotti confezionati di largo consumo (+96,4% per la gdo) che settimanalmente hanno tenuto una crescita che non è mai scesa sotto il 50%, con il canale virtuale che ha raggiunto picchi del 288%.
“Il boom dei canali digitali nel settore dell’e-grocery è dovuto, in particolare, all’adozione di nuove modalità di acquisto dei prodotti - secondo Roberto Liscia, presidente Netcomm - la necessità di mantenere il distanziamento sociale e, al tempo stesso, di garantire la continuità del servizio, ha determinato l’affermarsi della consegna senza contatto. In particolare, un ruolo importante ha giocato il click & collect, vale a dire il ritiro in negozio della merce acquistata online, che nelle quote di vendita ha superato il 15% nel lockdown (era l’8,3% nel 2019) e si è attestato di poco sotto al 13% nella fase successiva. Una modalità di acquisto molto apprezzata dagli e-shopper nell’alimentare, perché ritenuta più conveniente e veloce rispetto all’home delivery. Il click and collect ha riportato una crescita del +349% e c’è da aspettarsi che, da qui alla fine dell’anno, diventerà un’abitudine sempre più consolidata tra i consumatori”.
L’esplosione dell’online e le differenti modalità di acquisto hanno variato e continuano a modificare la geografia del commercio, anche se negli ultimi mesi si osserva un riallineamento delle dinamiche dei canali distributivi alla situazione pre-Covid. Emerge, tuttavia, in particolare la crisi degli ipermercati, con un calo delle vendite del 9,6%, considerando complessivamente sia la fase Covid che quella successiva. Il commercio di prossimità, dopo il balzo del 16,1% nel lockdown, ha registrato una flessione del 3,2% nel periodo giugno-agosto. Tra chi invece accelera, si trovano gli Specialisti Casa e Persona (+11,7% post lockdown) e continua il forte sviluppo degli acquisti Lcc (largo consumo confezionato) nel canale virtuale (+96,4%).
“La crisi - conclude Liscia - ha messo tutti gli attori del food & grocery di fronte alla necessità di accelerare la propria trasformazione digitale. Occorre che tutti i brand si preparino a soddisfare le nuove esigenze di consumo evidenziate e investano sull’export digitale e sui rapporti con i nuovi intermediari. Se i negozi di quartiere, ad esempio, dovranno costruire e rafforzare la rete di partner e operatori del digitale con cui collaborare per rispondere alle nuove richieste di mercato, le grandi insegne che già operano nell’e-grocery dovranno migliorare i servizi offerti e fidelizzare i nuovi consumatori raggiunti negli scorsi mesi”.

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