Il cibo, la tavola, le ricette, sono sempre di più protagoniste di conferenze, studi, ricerche, trend, e perfino programmi televisivi, rubriche su riviste e giornali; ad essere, invece, sempre meno sotto la luce dei riflettori è il discorso sulla fame. Il 2020 è alle porte, e ci sono ancora 821 milioni di persone nel mondo che soffrono la fame, e il numero è in aumento per il terzo anno di fila. La scarsità di cibo e malnutrizione sono complesse problematiche complesse, con radici e cause altrettanto complicate e multidimensionali: povertà, esclusione sociale, disuguaglianza di genere, basso livello socio-economico e scarso controllo sulle risorse produttive, come l’accaparramento delle terre. Insomma, viviamo in un paradossale Pianeta a due velocità: da una parte le società ricche e opulenti, che hanno trasformato la sacralità del cibo e il gesto del nutrimento in status symbol; dall’altra i Paesi più poveri, dove milioni di persone sono allo stremo a causa di guerre, conflitti, cambiamenti climatici con siccità durissime, che privano le popolazioni di cibo e mezzi di sussistenza. Così, proprio nel periodo dell’anno in cui tavole imbandite, abbondanza e, diciamo la verità, spreco alimentare, la fanno da padrona, Cia-Agricoltori Italiani, e la sua Ong ASeS-Agricoltori Solidarietà e Sviluppo, che hanno presentato oggi, alla Camera dei Deputati, il progetto fotografico “Foodporn vs Foodpoor”, che si concentra sul tema della denutrizione in Senegal, con scatti del fotografo Mauro Pagnano. In una fase storica dominata dalle immagini, in cui i media abbondano di chef e talent-show sulla cucina, e quasi il 70% delle immagini postate sui social riguarda il food, questo progetto fotografico vuole essere uno strumento utile a scuotere le coscienze sull’emergenza alimentare, così come sulla visione rispetto al cibo e al suo valore.
“Oggi raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile contenuti nell’Agenda 2030 dell’Onu - commenta Dino Scanavino, presidente Cia/Agricoltori Italiani - non sarà possibile senza progressi significativi nell’eliminare fame e povertà. Ma questo vuol dire far entrare davvero la questione nell’agenda politica mondiale, così come nell’opinione pubblica, sostenendo un diverso modello di sviluppo, dove l’agricoltura torni a essere centrale in una reale prospettiva di sostenibilità e di sicurezza alimentare globale”.
“Nel mondo, ogni giorno - ha detto la presidente di ASeS, Cinzia Pagni - 7.000 bambini sotto i cinque anni muoiono per cause legate alla malnutrizione. Cinque ogni minuto. Noi riteniamo che poter avere cibo a sufficienza e un giusto apporto nutrizionale siano un diritto: per questo crediamo sia fondamentale tornare a mettere i diritti umani al centro di ogni progetto e iniziativa rivolta ai Paesi in via di sviluppo, cooperando e collaborando con le popolazioni locali per avviare, insieme, un sistema alimentare equo e sostenibile”.
“L’iniziativa di Ases e Cia è un bel modo - ha commentato Susanna Cenni, vicepresidente Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati - per raccontare attraverso le immagini la realtà, partecipando all’iniziativa. Investire sulle donne è una delle strade indispensabili per cambiare le cose; impegnarsi per sconfiggere la fame è un obiettivo dell’umanità, di tutte le nostre comunità”.
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