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FORUM DI CONFAGRICOLTURA (TAORMINA, 27/29 MARZO) - DALLE BANCHE PRODOTTI “SU MISURA” PER L’AGRICOLTURA, DALLE ASSICURAZIONI SERVIZI INNOVATIVI E DIVERSIFICATI

L’impresa agricola moderna, che aumenta la propria dimensione economica, che investe, diversifica, si specializza, che guarda con interesse a logiche di espansione sui mercati esteri, ha e deve avere attenzione sui temi del credito. La finanza di impresa - oggi indispensabile per ogni tipo di attività, sta diventando sempre più importante anche per il settore agricolo, così come diventa fondamentale un sistema assicurativo in grado di offrire servizi qualificati, adeguati alle nuove realtà aziendali”. Lo sostiene Confagricoltura nel suo Forum di Taormina (27/29 marzo).
Inizialmente, parlando di agricoltura e finanza, si guardava soprattutto al settore vitivinicolo, ma questo legame è sempre più forte in tutto il comparto agricolo, come testimonia l’esperienza del Gruppo Ciccolella Spa, leader mondiale del florovivaismo. Che ha adottato tutti gli strumenti evoluti del corporate finance, con le notevoli operazioni di fusioni ed acquisizioni, anche su scala internazionale, sino all’approdo in Borsa.
Sono comparsi prodotti “derivati” di varia natura con cui il mondo agricolo ha imparato a convivere: ormai le quotazioni delle materie prime agricole, mercati su scala mondiale, sono basate sui futures ed iniziano a comparire i primi prodotti finanziari che puntano sul mercato azionario delle imprese dedite al settore agricolo: aziende di produzione primaria, ma anche di produzione dei mezzi tecnici, attrezzature, prodotti zootecnici … .
L’aggregazione, fisica ed economica, ha consentito di migliorare la concentrazione delle produzioni: ormai il 27% delle imprese, su un totale di 1,8 milioni, rappresentano il 66% della produzione ed il 71% del valore aggiunto, con una occupazione del 90% del lavoro dipendente. E oggi siamo di fronte ad un’agricoltura sempre più specializzata, che ha bisogno di strumenti mirati e innovativi, come testimonia l’incremento del ricorso ai finanziamenti: dagli ultimi dati sul credito (settembre 2007), gli impieghi creditizi per l’agricoltura hanno superato i 35 miliardi di euro, con un trend in aumento del 6,4 % sul medesimo periodo del 2006.
E, segno che si investe guardando al domani, sono aumentati anche gli impieghi a medio e lungo termine: ogni 100 euro impiegate in operazioni di medio e lungo periodo, ci sono meno di 50 a breve termine.
Ma ci sono ancora, a parere di Confagricoltura, degli aspetti da migliorare nel rapporto tra banche e imprese agricole. Finora la concessione di finanziamenti si è basata su garanzie legate al patrimonio fondiario più che alla potenzialità del reddito, cosa che rischia di acuirsi con l’applicazione del “Basilea 2”. Mancano spesso competenze specifiche in molti istituti bancari nelle sedi territoriali, soprattutto se agricole. Le recenti aggregazioni di grandi gruppi bancari devono tradursi in più servizi e prodotti per le imprese.
“Su questo tema - sostiene Confagricoltura - si può e si deve intervenire. Prima di tutto dialogando con gli istituti di credito per far comprendere il cambiamento in atto nel mondo agricolo e le nuove esigenze delle imprese. Di contro, le aziende dovranno attrezzarsi per presentare in modo chiaro i propri aspetti patrimoniali, economici e finanziari”. In questa direzione Confagricoltura sta lavorando anche con il mondo del credito, soprattutto in sostegno di quelle aziende che non redigono il bilancio. L’Organizzazione degli imprenditori agricoli è dell’avviso che nell’ambito dell’Organismo Italiano di Contabilità (Oic), possa essere definito un principio contabile ad hoc per il settore agricolo, che possa essere utilizzato per fornire informazioni a banche ed enti pubblici con criteri omogenei, in grado di garantire una flessibilità che tenga conto delle specificità territoriali, e che rappresenti, in maniera tecnica, l’identikit dell’azienda.
Un altro aspetto da migliorare è quello delle garanzie sul credito: il Fondo di garanzia dell’Ismea per le imprese agricole è uno strumento importante, ma ha una dotazione finanziaria esigua (circa 70 milioni di euro).
Servono anche strumenti efficaci di tipo privatistico, come i consorzi fidi, che purtroppo in agricoltura non hanno ancora trovato il successo che, invece, si riscontra in altri settori produttivi. Confagricoltura sta cercando di percorrere la strada del loro sviluppo e rafforzamento, non escludendo sinergie con altri settori. L’impresa agricola moderna ha bisogno anche di servizi assicurativi qualificati.
Da un lato, a causa della sempre maggiore concorrenza a cui le imprese agricole sono esposte, vengono meno le garanzie di prezzo e di mercato, dall’altro mancano nuove forme di intervento per attenuare i rischi commerciali e quelli atmosferici, anche per la riduzione delle risorse disponibili. Strumenti che invece i produttori dei Paesi concorrenti hanno a disposizione.
Anche la riforma del Fondo di Solidarietà Nazionale per l’assicurazione agevolata e la regolamentazione dell’assicurazione agevolata contro le calamità naturali, che allargato il campo delle coperture assicurative e contenuto il costo dei premi, non ha avuto l’impatto auspicato.
A livello comunitario si sta pensando da anni a forme di assicurazione agevolata, a complemento di quelle nazionali, ipotizzando di utilizzare una parte dei fondi prelevati ai produttori tramite la modulazione.
Si tratta quindi, a parere di Confagricoltura, di fornire servizi assicurativi innovativi al giusto rapporto qualità/prezzo per gli imprenditori. Prevedendo strumenti specifici, che tengano conto delle sempre più diversificate esigenze delle imprese agricole moderne, non solo nell’ordinamento produttivo (dai cerali alla vite, sino all’agriturismo, ai servizi ed alle innovative filiere non food), ma anche nella responsabilità civile che si estende a nuove esigenze al rischio per controversie legali, solo per fare due esempi tra tanti.
C’è poi da rendere più efficace ed efficiente l’intervento pubblico legato alle misure in campo assicurativo: dall’agevolazione pubblica per tutte le polizze sui rischi di mercato; all’esonero di tutte le aziende colpite dal pagamento dei contributi previdenziali; dalla semplificazione delle procedure, alla riduzione dei tempi di pagamento dei contributi pubblici sulle polizze, anche anticipando gli acconti.

Imprese & banche a dialogo …
L’agricoltura moderna sta cambiando velocemente e per crescere e rispondere alle nuove sfide della globalizzazione è necessario un “solido” e sincero rapporto con il mondo finanziario e assicurativo.
Ciccolella, presidente del gruppo internazionale specializzato nella produzione e vendita di fiori e unica realtà agricola italiana quotata in Borsa
Vincenzo Ciccolella ha ripercorso l’iter della quotazione ricordando gli elementi di difficoltà insiti in questo passaggio e che “portano l’azienda a un differente modo di pensare ed a un approccio diverso con il mondo finanziario e bancario a cui, ha detto, non possiamo presentare i piani fondiari come 50 anni fa ma bilanci e business plan in modo da essere leggibili per il mondo finanziario.
Corrado Faissola, presidente di Abi
Fissola ha spiegato come i vecchi istituti di credito specializzati in agricoltura hanno fatto il loro tempo e non credo che assisteremo a una nuova rispecializzazione. Nell’ambito dei grandi gruppi bancari di oggi esisteranno invece dei nuclei specializzati riguardo le esigenze dell’agricoltura odierna, ed è per questo necessario per le banche riacquisire un ruolo di interlocuzione con le imprese agricole.
Enrico Salza, presidente del consiglio di gestione di Intesa San Paolo
Salza ha avuto il privilegio di compiere la prima grande fusione in Italia e la dimensione da grandi opportunità ma va anche saputa gestire. Aumentare la dimensione è una condizione preliminare per poter avere le “spalle” finanziarie, ma anche manageriali, per poter portare avanti le strategie vincenti necessarie. Un processo di aggregazione nel mondo agricolo potrebbe essere uno strumento potentissimo per rafforzare la competitività e quindi le potenzialità di crescita anche se gli attuali incentivi fiscali sono minimi.
Riccardo Riccardi, presidente di Banca Nuova Terra
La Banca Nuova Terra è una realtà che non vuole essere una ripetizione delle vecchie logiche del credito agrario ma colmare un vuoto per l’agricoltura che ha bisogno di specificità. Chi fa banca deve capire i bisogni dei propri clienti e avere una presenza sui territori.
Carlo Fratta Pasini, presidente di Banca Popolare Verona e Novara
Fratta Pasini si è soffermato sul repentino cambiamento che sta interessando il mondo agricolo a notando come in banca manca invece la coscienza di come l’agricoltura sta cambiando.

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