“La situazione politica internazionale, per il momento, non sta toccando il vino di alta fascia: addirittura, in America, sembra che sia un aumento delle vendite da parte dei negozi, probabilmente per la voglia di pensare ad altro dei cittadini americani. Le prospettive future di breve medio termine dipendono dalle dimensioni che prenderà questo conflitto e dalla ripresa economica nel mondo. Ci sono tuttavia ancora evidenti opportunità di espansione su nuovi mercati che possono far prevedere un’ulteriore crescita del settore”. Francesco Mazzei, amministratore delegato di Fonterutoli, uno dei più prestigiosi “chateau” del Chianti Classico, non ha dubbi sul fatto che il vino di alta fascia “non sta incontrando, sul mercato, i problemi prospettati in questi mesi”. “A spingere verso il basso l'export italiano sono - continua - soprattutto i prodotti di fascia medio-bassa, soggetti alla forte concorrenza di prodotti provenienti da altri mercati. Procedono, invece, a gonfie vele, i prodotti di alta gamma, come i vini, che in alcuni casi hanno registrato forti incrementi. Nonostante questo, però, gli eventi dell'11 settembre e la situazione internazionale potranno in futuro far sentire i loro effetti anche sui prodotti di alta qualità. Ma è difficile ipotizzare in che misura”. Francesco Mazzei spiega poi a WineNews anche che cosa ha significato essere tra le 200 aziende più prestigiose del mondo al New York Wine Experience (evento, su invito, organizzato da una delle “bibbie” mondiali del vino, il Wine Spectator), che ha chiuso i battenti proprio ieri: “essere stato alla New York Wine Experience ha significato - racconta l’amministratore delegato del Castello di Fonterutoli - essere nell'olimpo del mondo enologico, avere l’opportunità di confrontarsi con tutte le maggiori realtà produttive del settore (si potrebbe parlare di benchmarking) e, non ultimo, ha significato portare un messaggio di solidarietà e di sostegno ai newyorkesi … E poi, considerando l’elevato numero delle aziende del nostro Paese, ha voluto rappresentare che, a tutti gli effetti, l'Italia è entrata a far parte, con pieno diritto, dell'aristocrazia enologica mondiale”.
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