Più energie nella produzione di super Chianti Classico, lasciando un po' in secondo piano i supertuscan, fiore all'occhiello invece di tante prestigiose aziende toscane: si può sintetizzare così la strategia di Francesco Ricasoli (diretto discendente di quel Bettino, il Barone di Ferro, che inventò la formula del Chianti Classico), protagonista della rinascita della Barone Ricasoli (25 miliardi di fatturato e 3 milioni di bottiglie) e del rilancio in grande stile del Castello di Brolio (da ricordare che l'azienda è tornata da qualche anno in mano italiana, dopo danni provocati dalla gestione Seagram & Hardy).
Francesco Ricasoli, l'artefice di questi risultati, coadiuvato sicuramente da Filippo Mazzei, amministratore delegato dell'azienda (e impegnato anche lui nel vino a Fonterutoli ed esponente di un altra illustre famiglia) e da uno dei più bravi enologi italiani Carlo Ferrini, spiega: "dietro a tutto questo c'è una precisa filosofia aziendale che si riconosce nella volontà di avere una forte identità territoriale che privilegi i concetti del Chianti Classico e della Toscana, al tempo stesso offrendo per ogni fascia di prodotto, in particolare per quelli di alta gamma, una quantità più che soddisfacente in termini proprio numerici. Evidentemente funziona ancora per qualche produttore la strategia dell'eccellenza come eseguità della produzione unita a prezzo elevato. Noi crediamo invece, e con noi molti operatori ormai stanchi di dovere elemosinare le sei bottiglie del produttore mito, che l'altissima qualità debbe coniugarsi con una presenza produttiva di tutto rispetto". Insomma, "il vino non è un prodotto da collezione, bensì un prodotto di piacere che deve permettere ai nostri clienti di proporlo con soddisfazione - perchè sanno che se il prodotto piace potrà essere disponibile anche ad un successivo ordine - ed ai nostri consumatori di poterlo trovare con una relativa facilità".
Del resto, in Francia, è così: "in una zona di produzione come la nostra, il Chianti Classico, può essere assimilata alla realtà di Bordeaux, dove la produzione di grandissimi vini, da sempre, si accompagna a numeri significativi. Il grande e storico successo dei vini bordolesi è dovuto principalmente a questo: altissima qualità e reperibilità sul mercato. Più sostanza e meno appariscenza. Il consumatore comincia a stancarsi di "abbigliamenti speciali", anzichè vino, oggetto del piacere".
La strada maestra della Barone Ricasoli (230 ettari, tutti intorno al Castello di Brolio) è insomma questa: "abbiamo scelto di produrre poche etichette ma a larga tiratura. Con la vendemmia '97, 100.000 bottiglie del supertuscan Casalferro, 800.000 bottiglie del Castello di Brolio annata, 200.000 bottiglie del vino più importante dell'azienda, il Castello di Brolio".
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