02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

FRANCESCO SAVERIO ROMANO, MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE, A TU PER TU CON IL VINO ITALIANO: SÌ A NUOVE FIERE PURCHÉ RAFFORZINO IL COMPARTO, SÌ A BUONITALIA SE PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA FILIERA ... ED ANCORA IL ROMANO-PENSIERO OLTRE IL VINO

Francesco Saverio Romano, Ministro delle Politiche Agricole, a tu per tu con il modo del vino italiano, illustra le sue posizioni su alcune delle questioni più scottanti che interessano il comparto vitivinicolo del Bel Paese, all’indomani di una buona tenuta complessiva nella tempesta della crisi globale, ma di fronte ad una ancora, per certi versi, oscura dinamica futura.
E se sulla liberalizzazione degli impianti di vigneti, una misura, ricordiamolo prevista nella Ocm, la posizione di Saverio Romano, Ministro delle Politiche Agricole, è decisamente chiara - “l’Italia è contraria alla liberalizzazione dei diritti d’impianto. La norma della nuova Ocm Vino rischia di compromettere in modo irreparabile quanto di buono è stato fatto negli ultimi decenni dal comparto nazionale: è per questo motivo che ritengo doveroso un urgente ripensamento della disposizione da parte della Commissione europea” - sul problema del surplus produttivo, che pure affligge il comparto vitivinicolo italiano, il Ministro afferma che “non si può risolvere questo problema con una legge o un decreto. Ritengo sia necessario accompagnare la riqualificazione di questi prodotti e degli ettari che li alimentano. La parola chiave è qualità, unita ad un’attenta analisi degli scenari di mercato ed accompagnata da politiche che consentano ai nostri vini di trovare più remunerativi sbocchi commerciali”.
Una parte della soluzione, secondo Romano, sta dunque in “una strategia di comunicazione che riguardi l’intero settore riusciremo a centrare l’obiettivo di garantire un futuro di crescita al nostro vino”. In questo senso “la promozione del vino merita delle azioni sinergiche e coordinate - aggiunge il Ministro - quindi la creazione di nuovi eventi e fiere deve andare nella direzione di rafforzare il comparto. Immaginare fiere specifiche dedicate alla valorizzazione delle nostre eccellenze può essere positivo nella misura in cui siano date alle aziende italiane delle prospettive efficaci di promozione e commerciali”.
Resta però sul tappeto il problema della polverizzazione delle risorse destinate a questi interventi: “fin dal mio insediamento al Ministero ho posto come prioritaria la questione del coordinamento, in tutte le azioni e su tutte le filiere. Stiamo vagliando con attenzione il ruolo dei vari enti vigilati che dipendono dal Ministero. Anche per Buonitalia (la società di promozione del wine & food d’Italia, ndr), dovrà in ogni caso valere l’obiettivo di dare efficacia al proprio operato, costituendo un punto di riferimento oggettivo per tutta la filiera”.
Certo di fronte agli scenari di mercato sempre più competitivi, l’Italia del vino mostra di appoggiarsi ancora a misure quali la “fabbricazione” di nuove denominazioni, che con l’arrivo delle procedure comunitarie per il loro riconoscimento, sono cresciute forse in modo eccessivo, ma per il Ministro la ricchezza italiana delle denominazioni è “uno strumento che va potenziato con una maggiore spiegazione ai consumatori dell’etichetta in tutte le sue parti. Il processo di approvazione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni non può definirsi oscuro, al contrario è la garanzia che nei nostri territori ci sono imprenditori che investono sulla qualità. Dal punto di vista commerciale, poi, sta ai produttori saper utilizzare lo strumento della denominazione per allargare il mercato e trovare nuovi sbocchi. Il compito delle istituzioni è creare un contesto che ponga le aziende italiane in una condizione di vantaggio sul piano nazionale ed internazionale”.
Proprio sul piano nazionale, e precisamente su quello dei consumi, è in atto una tendenza che indica un’ulteriore diminuzione dei consumi di vino, “il calo dei consumi va inquadrato in un contesto economico-sociale che ha visto un cambio delle abitudini alimentari e di lavoro degli Italiani - spiega il Ministro - Il dato sulla penetrazione del consumo del vino tra i giovani è invece un segnale da studiare con attenzione: le nuove generazioni non percepiscono più il vino come un prodotto della nostra tradizione. Consapevolezza è la parola chiave per il rilancio. Tutti i protagonisti della filiera dovranno attivarsi per una comunicazione più semplice, che avvicini i giovani a questa bevanda così preziosa, attraverso un’opera di educazione al consumo. Chi ama il vino non ne abusa, ha rispetto della propria salute e delle regole di comportamento civile. Le campagne di contrasto all’abuso di alcolici, anche per accrescere la sicurezza stradale, sono più che condivisibili, ma ci vuole equilibrio nella tutela di un prodotto strategico per l’economia nazionale come il vino. Dobbiamo pensare ad una strategia di promozione di medio lungo termine che garantisca la crescita nel nostro Paese di una nuova generazione di consumatori informati, curiosi, appassionati. La ricchezza enologica italiana - conclude Romano - è un patrimonio che non deve essere depauperato ed i giovani dovranno essere i protagonisti di questo settore”.
Fonte: newsletter de “Il Mio Vino”

Focus - Il Romano-pensiero in agricoltura ... oltre il vino
“Qualità, lotta alla contraffazione, difesa del mercato in una strategia che deve provvedere non al suo protezionismo, ma al rafforzamento del mercato stesso, promuovendo i prodotti nazionali”: sono le linee programmatiche del Ministro delle Politiche Agricole Sergio Romano, presentate alle Commissioni Agricoltura di Camera dei Deputati e Senato.
“Il made in Italy ha ancora uno spazio di mercato importante - ha sottolineato il Ministro - puntando “sull’etichettatura e sulla tracciabilità, che servono non soltanto ai produttori e al nostro mercato, ma sono utili anche al nostro consumatore che oggi vuole sapere cosa porta a tavola”.
“Ritengo che il modo migliore per affrontare le questioni - ha aggiunto - sia quello di affrontarle in campo, stando nei campi, andando dentro le stalle, incontrando le organizzazioni di categoria, i produttori,i lavoratori. Così ci si rende conto meglio di quali siano le questioni aperte e spesso, anche attraverso i suggerimenti che vengono da chi meno te l’aspetti, puoi trovare delle soluzioni alle quali magari non hai pensato”.
Agli Ogm il Ministro dice “assolutamente no”, ma non perché “io mi pieghi ad un totem scientifico salutista o ecologista, bensì per la semplice ragione che, fosse anche l’Italia l’ultimo paese del mondo a produrre non Ogm, avrebbe ancora uno spazio di mercato nel mondo per chi vuole mangiare consumando non Ogm. Se noi lavoriamo sulla tracciabilità, sull’etichettatura, e poi sconfiniamo nell’Ogm, creiamo una contraddizione di termini - ha spiegato Romano - noi invece dobbiamo avere un’unica missione: la difesa di questo mercato. E questo mercato lo si difende difendendo i prodotti tipici, i prodotti quindi che non sono inquinati. Inquinati’ è una parola brutta - ha precisato il Ministro - la uso per spiegare meglio l’arrivo degli Ogm che massificano il prodotto, lo rendono uguale in tutte le parti del mondo, per capirci. In questa mission comune - ha proseguito Romano - c’è la possibilità di salvaguardare il mercato agroalimentare italiano che, se noi ne sosteniamo le peculiarità, ha addirittura spazi di crescita”.
Per la questione “quote latte”, il Ministro delle Politiche Agricole ha “aperto un tavolo di discussione con i Cobas del latte perchè alcuni lamentano l’inesattezza delle sanzioni loro comminate. Questa nostra attività di verifica porterà alla sottoscrizione della rateizzazione e a far ritirare i ricorsi promossi. E’ un buon risultato per il ministero - ha sottolineato Romano - al posto di una contrapposizione sterile, dire di pagare e basta che avrebbe soltanto alimentato il contenzioso, usa chili di buon senso”. Occorre adesso “un provvedimento legislativo che riapra i termini di rateizzazione utilizzando buon senso e pazienza perchè comunque c’è chi ha truffato - ha concluso il Ministro - ma c’è anche chi ha lavorato con i calli alle mani e che non deve essere trattato come un delinquente o un criminale”. E sull’energia alternativa Romano non ha dubbi: “l’energia alternativa, parlo di rinnovabile ovviamente, dev’essere considerata nel mondo agricolo come un’integrazione al reddito: non può diventare la principale attività. Al ministro dell’agricoltura - ha detto Romano - va chiesto un aiuto per far piantare patate, non per far mettere pale eoliche o pannelli fotovoltaici. Si parla solo di fotovoltaico, perché è il tema centrale - ha proseguito - invece occorrerebbe, questo sì, incentivare anche in termini di conoscenza, la realizzazione di piccole centrali di biogas in ordine al materiale di scarto, come le deiezioni animali che hanno comunque una logica interdipendenza con l’azienda agricola e quindi vanno sostenute e promosse. Adesso la normativa è chiara anche sui rifiuti che erano un tempo considerati speciali, cioé gli scarti che provengono anche dalle distillerie, e possono essere utilizzati come scarti di secondo livello, quindi per biogas. E’ da questo punto di vista - ha concluso il Ministro - tenendo conto che la produzione di energia deve essere al servizio dell’impresa agricola e che deve poterne incentivare il reddito, che essa va sostenuta e incentivata”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli