Va giù la produzione vitivinicola di Bordeaux, territorio-icona del vino mondiale (e il primo vigneto Aoc di Francia), ma anche ricco di cantine tanto che, l’abbondanza di vino, è stato un tema discusso negli ultimi tempi. Un territorio, quello di Bordeaux, che, accanto ai “big” che giocano un campionato a parte, è popolato da tanti piccoli player che hanno riscontrato diverse difficoltà, come i prezzi bassi, e, appunto, l’abbondanza in cantina, con i malumori che sono sfociati in proteste, come più volte raccontato da WineNews. Secondo i dati pubblicati dall’amministrazione doganale, e riportati da vari media francesi, nel 2024 i vignerons di Bordeaux hanno prodotto 3,3 milioni di ettolitri, in ribasso sui 3,8 milioni del 2023, con un calo della produzione del 14%. Una diminuzione che si spiega, in particolare, con la contrazione da 103.000 a 95.000 ettari di vigneto, attraverso due successivi piani di estirpazione che hanno portato la superficie coltivata al livello più basso dal 1985 e ben lontano dai 125.000 ettari coltivati all’inizio degli anni 2000. Ma la vendemmia più bassa non deriva soltanto dal numero dei vigneti, perché fattori climatici come il gelo, ma anche le precipitazioni primaverili, la muffa, un fungo devastante, e quindi un insieme di cause, hanno influito sulla resa delle viti scesa a 35,1 ettolitri per ettaro dai 37,2 del 2023.
Ma il calo si potrebbe leggere anche in un’ottica non necessariamente negativa. Il Consiglio Interprofessionale del Vino di Bordeaux (Civb) spera che questa piccola vendemmia possa in parte porre rimedio alla sovrapproduzione che ha colpito Bordeaux negli ultimi anni, consentendo lo svuotamento delle cantine e l’aumento del prezzo dello sfuso. Christophe Chateau, direttore della comunicazione del Civb, ha spiegato all’Afp, che “l’anno scorso abbiamo commercializzato 3,5 milioni di ettolitri e ne abbiamo prodotti 3,3 milioni. Quindi, se vendiamo più di quanto produciamo, significa che siamo dimensionati per rispondere (alla domanda), o anche che attingeremo alle nostre scorte e quindi aritmeticamente i prezzi aumenteranno”.
E qui si accende un dubbio che va in direzione degli Stati Uniti, il primo mercato in valore per Bordeaux (340 milioni di euro di fatturato nel 2024). Cosa succederebbe nel caso - per ora solo un’ipotesi - arrivassero i tanto temuti dazi sul vino da parte di Trump? Per Christophe Chateau, “se Trump mettesse una tassa del 25% sui vini francesi negli Stati Uniti, le vendite calerebbero e quindi lo squilibrio persisterebbe”.
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