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TRA I FILARI D’OLTRALPE

Francia: gelo primaverile, muffe e peronospora penalizzano la vendemmia 2024

Le prime stime di Agreste, tra i 40 ed i 43 milioni di ettolitri, in calo sul 2023 (tra il -13% e -16%) e sulla media quinquennale

In pochi giorni, se non ore, in vigna, le cose possono cambiare di molto, e ogni previsione va presa con beneficio di inventario. E mentre in Italia si vendemmia già da qualche settimana soprattutto al Sud, ma non ci si sbilancia ancora su stime nazionali, e con la Spagna che ha già diramato le sue prime previsioni, con una produzione complessiva prevista sui 39,7 milioni di ettolitri (+20% sul 2023, ma sotto alla media delle ultime annate, secondo le Cooperativas Agro-alimentarias de España), oggi è la Francia a dire la sua. Con le stime di Agreste, l’agenzia di statistica agricola del Governo francese, dopo il monitoraggio del 1 agosto, che parlano di una vendemmia 2024 che si attesterà tra i 40 ed i 43 milioni di ettolitri, in ribasso sia sul 2023 tra il -13% ed il -16%, che sulla media degli ultimi 5 anni (tra il -3% ed il -10%). Con molti vigneti colpiti dalla “coulure (caduta dei fiori o degli acini giovani) e talvolta dall’acinellatura (dimensione variabile degli acini), conseguenza di condizioni umide e fresche durante la fioritura. La peronospora, favorita dalle condizioni umide dell’inizio dell’estate, sta colpendo la maggior parte delle aree viticole e potrebbe causare gravi perdite. Anche gli episodi di gelo e grandine hanno ridotto localmente i volumi di produzione. Tuttavia, i terreni ben riforniti d’acqua potrebbero limitare questo calo di produzione. La vegetazione è in ritardo di una o due settimane rispetto all’anno scorso”, spiega Agreste nella sua panoramica più generale.
Guardando alle diverse zone, tra le principali del vino di Francia, “in Champagne, le gelate primaverili e la grandine hanno avuto un impatto sul potenziale produttivo. Sono presenti anche la peronospora, favorita da forti piogge, e la coulure. La vegetazione è in ritardo e si prevede una produzione inferiore a quella del 2023”.
In Borgogna, invece, spiega ancora Agreste, “le piogge favoriscono la peronospora, che dovrebbe causare perdite di produzione. La vegetazione è in ritardo di circa 10 giorni. Il raccolto previsto è inferiore a quello del 2023, che era abbondante. Anche nel Beaujolais la pressione della malattia è elevata”.
Situazione simile anche in Alsazia, così come in Savoia, dove in primavera i vigneti sono stati colpiti dal gelo, e ora la peronospora è una minaccia, e lo è anche nel Giura.
Ancora, “nella Valle della Loira, la forte pressione della peronospora, in particolare nell’agricoltura biologica, potrebbe portare a delle perdite. La coulure, risultato di una fioritura in condizioni di freddo e umidità, è un problema notevole. La fioritura è in ritardo di 10 giorni sul 2023. La produzione di vino sarà probabilmente inferiore a quella del 2023 e alla media quinquennale”. Così come nello Charentes, dove “le condizioni umide durante la fioritura fanno prevedere un calo significativo della produzione rispetto all’annata record del 2023, aggravato da un’elevata incidenza di muffa”.
Previsioni produttive in calo, in quantità, non solo per i primi effetti del piano di espianto di circa 8.000 ettari di vigneti, ma anche per condizioni climatiche non eccelse, tra coulure, peronospora e grandine, con “la produzione destinata a diminuire dopo un raccolto già ridotto nel 2023”.Per motivi analoghi, la produzione è prevista in calo anche nel Sud-Ovest, ma anche in Languedoc-Roussillon, dove “la fioritura è andata complessivamente bene, ma le condizioni sono state diverse: mancanza d’acqua in Aude e Pirenei Orientali, e un eccesso d’acqua nel Gard, dove la muffa è molto virulenta”. Ancora, spiega Agreste, “nel Sud-Est della Francia, le gelate della tarda primavera hanno causato danni significativi in Provenza, in particolare nelle regioni di Bouches du Rhône e Var, e la peronospora potrebbe causare ulteriori perdite”. E lo scenario è simile anche in Corsica: “anche se le condizioni sanitarie sono sotto controllo, la siccità rischia di limitare la produzione, che si prevede inferiore a quella del 2023, ma in aumento sulla media quinquennale”.

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