Il 51% dei francesi indica la birra come bevanda alcolica preferita, che, per la prima volta, con una crescita del 12%, supera il vino (49%), che perde l’1% dei consensi. Un dato storico, emerso dal Baromètre Sowine/Dynata 2022, che testimonia una vera e propria rivoluzione, dal 2015 ad oggi, nel palato francese. Il vino fermo, comunque, resta al primo posto tra le donne (45%), mentre tra gli uomini la birra è ampiamente al primo posto (59%), mentre lo Champagne è in terza posizione per entrambi i sessi (31%), con spirits (18%) e cocktail (20%) citati da un francese su cinque. Il vino resta popolarissimo tra i consumatori che hanno 60-65 anni (61%), molto meno tra i giovani di 18-25 anni (33%). Crescono conoscenza e consapevolezza, con il 47% dei francesi che si considera appassionato informato (erano il 35% nel 2010), mentre i neofiti sono il 15% in meno, e il 4% che si considera un intenditore (dall’1% del 2010).
Sul podio delle tre Regioni vitivinicole da cui arrivano i vini più bevuti da conoscitori ed esperti ci sono Bordeaux e Borgogna (scelte entrambe dal 48%) e Champagne (scelta dal 38%), quindi Rodano (28%) e Languedoc (24%). Tra gli appassionati, al top c’è Bordeaux (48%), seguito da Champagne (28%), Borgogna (27%), Rodano (24%) e Provenza (18%). Quadro leggermente diverso tra i neofiti, con Bordeaux (40%) sempre in testa, poi Borgogna (23%), Champagne (22%), Alsazia (19%) e Provenza (17%). Cresce in maniera importante il prezzo medio: il 56% degli acquisti rientra nella fascia 11-20 euro a bottiglia (+34% sul 2013), il 23% nella fascia superiore ai 20 euro a bottiglia (+17% sul 2013). Ovviamente, maggiore è l’interesse per il vino, maggiore la spesa: il 59% di chi spende tra gli 11 e i 20 euro a bottiglia si dice particolarmente interessato al mondo enoico, percentuale che sale al 69% tra chi spende più di 20 euro a bottiglia.
Il consumatore francese, comunque, resta legato alla bottiglia: il 75% acquista esclusivamente questo formato, mentre il 25% sceglie anche imballaggi diversi, tendenza che sale al 29% tra le donne (contro il 20% degli uomini) e al 30% tra chi ha 18-25 anni (contro il 19% di chi ha 50-65 anni). Tra i packaging alternativi al vetro, la scelta ricade essenzialmente su bag-in-box (62%), sfuso (25%) e brick (21%). A guidare la scelta degli altri formati sono prezzo (58%), volume (37%), qualità (33%) e praticità (31%).
Dalla vigna al consumatore, la digitalizzazione gioca un ruolo sempre più centrale, con Instagram che si afferma come piattaforma più coinvolgente: il 32% degli utenti segue domaines, châteaux, marchi o produttori di vino. Nonostante il boom dell’utilizzo dei social, a partire da Instagram (60%) e TikTok (41%), il numero di francesi che seguono account di influencer, e che hanno acquistato un vino consigliato da loro, è in calo di ben 5 punti, al 23%. Ovviamente, tra i giovani i numeri sono più alti, e salgono al 39% tra chi ha 18-25 anni e al 35% tra chi ha 26-35 anni. Un’evoluzione che si spiega con l’aumento di una certa competenza tra i consumatori francesi, sempre più curiosi di scoprire e conoscere nuovi vignaioli ed artigiani.
Dopo il picco del 2021, quando il 46% dei francesi acquistò vino online, nel 2022 la percentuale scende al 41%, e nonostante la riapertura dei negozi il ritorno delle vendite off line ai livelli pre pandemia è ancora lontano. Anche in questo caso, gli acquisti online sono più frequenti tra i giovanissimi (18-25 anni, 55%) e i giovani (36-35 anni, 53%). Il canale più scelto (33%) è quello dei siti della Gdo, seguiti dagli e-shop aziendali (30%) e dai commercianti di vino (25%). Un terzo degli acquirenti di vino online spende in media 31-50 euro, il 48% acquista 3-6 bottiglie, e il 23% tra le 7 e le 12 bottiglie.
Focus - Le tendenze di consumo in Francia
“Meno, ma meglio” è il primo dei segnali che arriva dal Baromètre Sowine/Dynata 2022, che certifica la corsa di vini e liquori analcolici o a bassa gradazione, consumati nel 2022 dal 29% dei francesi (+2% sul 2021), e dal 44% dei giovani tra i 18 ed i 25 anni, con gli hard seltzer indicati come bevanda alcolica preferita dal 4% dei giovani tra i 26 ed i 35 anni. I motivi di questa scelta sono molteplici e diversi: per consumare meno alcol (40%), per prendersi cura della propria salute (38%), per il gusto (33%) e per le poche calorie (20%). Il 18% dei francesi afferma inoltre di consumare bevande ipocaloriche, che arrivano al 28% tra i 18-25enni, al 26% tra i 26-35enni e scende al 10% tra i 50-65enni. Questo tipo di consumo è concentrato per il 27% nella Regione dell’Île-de-France, per il 18% nel Nord-Est, per il 16% nel Sud-Est, per il 14% nel Sud-Ovest e per il 13% nel Nord-Ovest.
Il successo del “senza”, però, va ben al di là del tenore alcolico e calorico, comprendendo anche il vino “gluten free”. L’11% dei francesi afferma di bere birra senza glutine, il 9% di consumare alcolici senza glutine il 10% dei francesi consuma hard seltzers, che sono naturalmente senza glutine. I consumi, così, rivelano le preoccupazioni dei francesi per la salute e la consapevolezza ambientale: il 53% dei consumatori si prende il tempo di verificare se una bottiglia di vino mostra una certificazione ambientale al momento dell’acquisto.
Inoltre, le etichette ambientali sono sempre più riconosciute: l’85% dei consumatori riconosce l’etichetta Agriculture Biologique, seguita da quella dei Vignerons Engagés (36%) e da quelle delle certificazioni Haute Valeur Environnementale (29%) e Terra Vitis (26%). Certificazioni di una qualità che il 53% dei francesi è disposto a pagare pur di fare acquisti che rispettino l’ambiente, numeri che crescono tra 18-35enni (66%) e grandi consumatori di vino (69%). Al contempo, però, è proprio il prezzo a frenare gli acquisti di vini certificati da etichette ambientali, nel 44% dei casi, seguito dalla mancata conoscenza delle etichette (32%), con un 15% dei francesi che non è interessato all’argomento.
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