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STORIA

Frescobaldi, Antinori, Santa Margherita e Zonin 1821: quando gli italiani investono in Usa

I grandi gruppi del vino del Belpaese non sono solo in grado di attrarre investimenti stranieri, ma anche di acquisire aziende Oltreoceano

Investire nel vino, nonostante le tante difficoltà legate ai cambiamenti climatici ed un mercato dei consumi sempre più complicato e competitivo, è ancora una buona idea, ed a dimostrarlo è prima di tutto il flusso di investimenti dall’estero, più o meno consistenti, che, negli ultimi anni, ha visto numerosi passaggi di mano nei più importanti territori del vino d’Italia, dalla Toscana alle Langhe: due esempi su tutti, il passaggio nel 2016 della storica griffe del Brunello di Montalcino Biondi-Santi al gruppo francese Epi, e l’acquisto da parte del magnate americano Kyle Kraus di due aziende che hanno scritto la storia del vino piemontese come Vietti e Serafino. Al contempo sono cresciuti, sia dimensionalmente che nei fatturati, praticamente tutti i principali gruppi del vino del Belpaese, tra fusioni e nuove acquisizioni, facendone in molti casi player di caratura internazionale.

Una dimensione raccontata non solo dalla nascita e dal rafforzamento di reti commerciali di proprietà dei grandi gruppi, tra Usa e Cina, ma anche dalla capacità di questi stessi gruppi, di guardare proprio Oltreoceano non solo in cerca di nuovi mercati o di nuovi partner, ma in veste di acquirenti. L’ultimo esempio, giusto ieri, è quello di Frescobaldi, la storica famiglia del vino toscana che ha deciso di investire sulla Willamette Valley, nel cuore dell’Oregon, terra di grandi Pinot Nero, dove ha definito l’acquisizione della griffe Domaine Roy & fils, poco più di 16 ettari, coltivati in regime biologico, divisi tra i due vigneti Iron Filbert e Quartz Acorn.

Un investimento che segue di poche settimane l’investimento dell’altra storica famiglia del vino toscano ed italiano, Antinori, che, a maggio, si è assicurata la piena proprietà della leggendaria Stag’s Leap Wine Cellars, in Napa Valley, dopo 16 anni di collaborazione con la prestigiosa azienda americana Ste. Michelle Wine Estates. Considerata una delle aziende vitivinicole più importanti della prestigiosa regione enoica della California, Stag’s Leap Wine Cellars deve la propria enorme popolarità al mitico “Judgment of Paris” del 1976, quando il S.L.V. 1973 Cabernet Sauvignon di Stag’s Leap si impose sui grandi vini di Bordeaux e della stessa Napa Valley in una degustazione alla cieca che ha segnato un punto di svolta fondamentale nella storia recente del vino mondiale.

Facendo un ulteriore salto indietro nel tempo, risale all’inizio del 2022 un’altra importante acquisizione, quella da parte di Santa Margherita, polo enoico tra i più prestigiosi del Belpaese, della famiglia Marzotto, attraverso il suo ramo operativo in America, Santa Margherita Usa, della Roco Winery, una delle cantine più prestigiose dell’Oregon, fondata nel 2001 da Rollin & Corby Stonebraker-Soles, sempre nella Willamette Valley, non lontano da Domaine Roy & fils. Un investimento dai due volti, perché se da un lato è andato ad accrescere il numero dei brand del Gruppo, dall’altro si è rivelato un’operazione strategica su un mercato fondamentale come quello Usa, in cui grazie alla proprietà della Roco Winery, Santa Margherita può adesso vendere i proprio vini direttamente al consumatore finale in 17 diversi Stati americani.

La prima pagina della breve storia che narra gli investimenti delle grandi aziende del vino italiano in Usa, però, è stata scritta molti anni fa, nel 1976, da Gianni Zonin, allora alla guida della Zonin 1821, che, pionieristicamente, dette forma al sogno del terzo presidente americano, Thomas Jefferson, che già due secoli prima aveva tentato di produrre vino nella sua terra natale, la Virginia. Qui, nella intorno alla villa palladiana risalente al 1821, Gianni Zonin ha fondato Barboursville Vineyards, azienda di 500 ettari, di cui 70 vitati, tra varietà internazionali e italiane, come il Vermentino e il Nebbiolo. Per la Virginia fu il primo e fondamentale passo verso la viticoltura, che negli anni ha preso sempre più piede, tanto che oggi nello Stato della East Coast si contano più di 300 aziende che producono vino.

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