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Fuori casa, gli italiani adottano strategie contro il carovita e spendono di più se c’è innovazione

Le tendenze, secondo “HostMilano”, evento internazionale della ristorazione e dell’accoglienza (Milano, 13-17 ottobre)

Nonostante il complicato contesto economico attuale, nel nostro Paese sembra venir fuori un canale “resiliente” di consumatori che adottano strategie per mantenere le abitudini fuori casa e alzano le loro aspettative: sebbene l’attenzione relativa all’aumento dei prezzi resti elevata, solo un consumatore su dieci dichiara di avere difficoltà a consumare fuori casa, mentre un quarto dei consumatori (27%) dichiara di non aver cambiato le proprie abitudini. Emerge dall’analisi della società di ricerche Circana per “HostMilano”, salone internazionale della ristorazione e dell’accoglienza, a Milano, dal 13 al 17 ottobre.
A giugno 2023, i consumi “out of home”, in Italia, hanno raggiunto i 66 miliardi di euro annui (+14% sull’anno precedente), anche grazie ad un aumento positivo nel numero di visite, salite a 14,9 miliardi (+9,9%), con numeri molto vicini al pre-pandemia. L’ultimo studio di sentiment relativo alla ristorazione di Circana rileva che il 72% dei consumatori si aspetta che i ristoranti siano inclusivi e soddisfino anche i consumatori che hanno diete o esigenze alimentari speciali, e il 56% pensa che la tecnologia aiuti ad essere più inclusivi. In generale, la tecnologia piace agli italiani che consumano fuori casa: il 40%, grazie alle app e al digitale, si gode di più l’esperienza in bar e ristoranti ed al 46% piace usare dispositivi digitali o app per interagire con i luoghi che frequenta. L’innovazione non è soltanto tecnologia, ma è anche contaminazione, ibridazione e offerta rinnovata di cibo e bevande. La ristorazione, in Italia, è percepita ancora come troppo tradizionale (36%), mentre il consumatore è sempre più informato e vede ciò che accade all’estero dove la contaminazione tra cucine diverse è forte. Così il 48% dei consumatori italiani si aspetterebbero innovazioni su ricette e sapori.
Una piccola rivoluzione per il consumatore italiano ancorato alle proprie abitudini e restio alla sperimentazione, ma i tempi cambiano e cambiano soprattutto le motivazioni e i contesti di consumo: sempre meno occasioni funzionali e stili di vita e lavoro che limitano gli spostamenti e in generale la mobilità. Allora l’occasione di consumo fuori casa diventa sempre più esperienziale e non sostituibile con cibo e bevande in casa.
Ma la voglia di esperienza come si sposa con il carovita che grava sugli italiani? I consumatori sono senz’altro attenti, ma adottano strategie per mantenere costante la quota di reddito dedicata ai ristoranti che non sono in cima alla lista delle rinunce. Anzi, in media 3 italiani su 4 sono disposti a pagare di più per avere maggiore innovazione nella ristorazione.
Tra le tendenze, anticipate in anni recenti da “HostMilano”, e che oggi stanno alimentando la domanda di tecnologie e prodotti dedicati, si segnalano, per esempio, lo sviluppo della ristorazione veloce, anche in risposta al ritorno al lavoro in presenza, e le occasioni di consumo sempre più sfumate - brunch in settimana, insalate e bowl come snack - e i margini di crescita nell’alto di gamma e nella cucina fusion, con i consumatori che desiderano vivere esperienze sempre più multisensoriali e lifestyle, guardando alla novità, la qualità ma anche al design.
“HostMilano” 2023, dove tendenze e tecnologia dialogano animando un mercato da 178 miliardi di euro, ospiterà oltre 2.000 espositori, dei quali il 40% internazionali, provenienti da 50 Paesi del mondo. Il comparto più rilevante in numeri assoluti è l’arredo-tavola con 94 miliardi di euro (+35% sul 2019), mentre quello che cresce di più è la ristorazione professionale (+45% sul 2019), sfiorando l’anno scorso i 75 miliardi di euro.
Nella ristorazione professionale, con 4,6 miliardi di euro, la produzione italiana vale più del 10% dell’intero mercato globale, stimato in 44 miliardi di dollari. Alla crescente domanda di esperienze lifestyle si risponde con la creatività, ma anche con tecnologie di punta come l’AI e il machine learning in attrezzature iperconnesse.

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