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GIAPPONE: PER PESCE CONTROLLI FAI DA TE IN ETICHETTA. LO COMUNICA LA COLDIRETTI, CHE AGGIUNGE: “GLI ARRIVI DI PESCE DAL PAESE DEL SOL LEVANTE SONO ESTREMAMENTE LIMITATI PER UN VALORE CHE NEL 2010 È STATO DI APPENA 700.000 EURO”

E’ possibile controllare direttamente l’origine del pesce acquistato verificando sul bancone l’etichetta che per legge deve prevedere la zona di pesca e scegliendo la “zona Fao 37” se si vuole acquistare prodotto pescato del Mediterraneo. Lo afferma Impresa Pesca della Coldiretti che, in riferimento alla avvio dei controlli sull’import dal Giappone ai porti e alle frontiere, sottolinea che gli arrivi di pesce dal paese del Sol Levante sono estremamente limitati per un valore che nel 2010 è stato di appena 700.000 euro.

Nessun problema quindi per sardine e acciughe ma anche - precisa la Coldiretti - per gli altri pesci utilizzati nei ristoranti giapponesi per la preparazione del sushi che vengono comunque acquistati localmente.

Secondo un’analisi della Coldiretti, dal Giappone arrivano soprattutto fiori e piante per un importo di 3 milioni di euro, nel 2010, ed a seguire quantità marginali di semi oleosi (1,6 milioni), di bevande alcoliche (1,6 milioni), di oli vegetali (0,9 milioni), di prodotti dolciari (0,9 milioni), di pesce (0,7 milioni) e di thè (0,3 milioni). Complessivamente - conclude la Coldiretti - ammonta a 13 milioni di euro il valore dei prodotti agroalimentari importati dal Giappone e che secondo le nuove disposizioni sarà sottoposto a test.

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