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GIORNALI & GUIDE: QUANDO DAL VINO NASCE POLEMICA !

Ancora polemiche dal mondo del vino. L'ultima, in ordine di tempo, è quella di Enzo Vizzari, general manager delle Guide de "L'Espresso", che ha attaccato il "Gambero Rosso", rivista cult del mondo del vino e autore, con Slow Food, della Guida più venduta in Italia. La cronaca è semplice: il giornalista-enogastronomo, nonché recente plenipotenziario (al posto del "grande" Edoardo Raspelli) delle Guide de L'Espresso per il "wine & food", in un suo articolo sul "Corriere della Sera" (!) su guide e riviste del vino, critica non certo velatamente il "Gambero Rosso" per l'eccessivo numero dei Tre Bicchieri concessi ai produttori (frutto di condizionamenti psicologici verso massicci inserzionisti) e per le scarse vendite della rivista. Dal "Gambero Rosso" rispondono per le rime: ma da che pulpito arriva la predica, sembra voler dire Daniele Cernilli, Vizzari ci critica perché siamo concorrenti e loda Alessandro Masnaghetti, che sarà il futuro curatore della Guida dei Vini de L'Espresso (che, secondo indiscrezioni, dovrebbe essere una sorta di "i 100 migliori vini d'Italia di Alessandro Masnaghetti", ndr), che avrà Vizzari come supervisore". "Certo - conclude Cernilli - è che noi non abbiamo la possibilità di farci veicolare su grandi quotidiani o di accedere a rubriche influenti, ma il fair play e le regole di cortesia suggerirebbero però di non usarceli troppo contro, essendo, tra l'altro, come Vizzari, parti in causa e non opinionisti indipendenti".

Ma anche lo stesso Cernilli cade però nell'errore di criticare altre guide e riviste, come ad esempio il "Wine Spectator": infatti, su www.gamberorosso.it , nel Girone dei Golosi, bolla le scelte di Suckling sul Nobile di Montepulciano come "ingenerose e per molti versi profondamente riduttive del ritratto della realtà produttiva di Montepulciano" e critica l'opinione positiva sul Brunello di Montalcino del giornalista americano: "l'entusiasmo di Suckling per Montalcino, santificata da giudizi eccessivamente positivi, fa pensare a una “captatio benevolentiae” nei confronti del “trade” americano, molto più interessato al Brunello, adatto a spericolate speculazioni, piuttosto che al Nobile, che possiede meno immagine e spunta prezzi molto più bassi. E’ solo una lettura maliziosa la mia? Può darsi. Se però così non fosse le considerazioni sul grado di conoscenza delle cose vitivinicole italiane da parte di Suckling risulterebbero quanto meno imbarazzanti. Per lui, ovviamente".

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