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Giornata Mondiale del Caffè - Due miliardi tazzine bevute al dì nel mondo e 25 milioni di persone impegnate nel settore. Auguri al primo “Caffè Solidal Coop”. Illy, Lavazza, Nespresso per i produttori locali, “The New York Times” & il vero cappuccino

Non Solo Vino
La raccolta del caffè della solidarietà a Pantasma in Nicaragua

Quante tazzine di caffè si bevono al giorno nel mondo? Qualcosa come 2 miliardi. E oggi, secondo l’Ico-International Coffee Organization, quasi 150 milioni di sacchi di caffè vengono consumati annualmente, il 50% in più di 20 anni fa, e si stima che entro il 2025 il consumo di caffè aumenterà di altri 25 milioni raggiungendo i 175 milioni di sacchi. Ecco la fotografia del caffè nel mondo, scattata in occasione della Giornata Mondiale del Caffè che si celebra oggi, in tutto il Pianeta e all’Expo 2015 a Milano. Dove la Coop e Fairtrade hanno un motivo in più per festeggiare: i primi 20 anni del primo prodotto dl commercio equo e solidale arrivato sugli scaffali dei supermercati nel lontano 1995, che era proprio un caffè, il Caffè Solidal, che all’epoca si chiamava “caffè della solidarietà”, prodotto in Nicaragua, dove nascono i migliori chicchi di caffè del Pianeta, ma che è anche un luogo di povertà assoluta.
A raccontarne la storia, stasera al Future Food District in Expo, sarà chi in prima linea oggi come ieri, grazie al progetto, ha visto migliorare le proprie condizioni di vita (da quel progetto pionieristico si è arrivati oggi a una linea intera che conta 41 prodotti e che in Coop ha fatturato 32 milioni di euro nell’ultimo anno; per dare un’idea nel 2003 le vendite erano circa 3 milioni, dunque sono cresciute di 10 volte). Francisco Ramon Rivera Gonzalez è il presidente della cooperativa di produttori di caffè Pantasma, in realtà un’unione di cooperative che coinvolge 300 famiglie ed è Liaison Officer Fairtrade per il Paese, che affianca gli agricoltori nel miglioramento tecnico e produttivo.
In Nicaragua infatti i piccoli produttori rappresentano il 95% dei raccoglitori di caffè, e contribuiscono al 25% della produzione totale del Paese. Durante le crisi del settore, alla fine degli anni ’80, furono anche i più colpiti, e le loro condizioni di povertà, l’analfabetismo e le scarse competenze organizzative furono fortemente accentuate. Con l’arrivo del circuito Fairtrade a Pantasma le cose sono cambiate. La produzione di caffè oggi avviene all’ombra, ovvero in abbinata a banani e altre piante da frutto, che contribuiscono a creare ampie zone ombrose, che aiutano a preservare la biodiversità locale. Questo tipo di coltivazione è anche un simbolo della lotta delle piccole realtà cooperative in opposizione alle grandi piantagioni monocolturali. Pantasma inoltre promuove iniziative a sostegno dell’emancipazione femminile, alle quali aderiscono cooperative di sole donne che grazie a Fairtrade hanno partecipato ad attività di formazione per contrastare il fenomeno del machismo, molto frequente nell’area.
All’incontro parteciperanno anche Vladimiro Adelmi, Brand Manager della linea Solidal Coop, Paolo Pastore, direttore di Fairtrade Italia, e Aldo Pavan, fotografo e videomaker che ha realizzato un reportage a Pantasma.
Info: www.e-coop.it

Focus - Da Illy a Lavazza passando per Nestlè (Nespresso), i grandi Gruppi del caffè a sostegno dei produttori locali. Così dall’edizione n. 1 del “Global Coffee Forum”
Sostenibilità lungo tutta la filiera del caffè, qualità, sfida al cambiamento climatico e approccio responsabile nei confronti dei coltivatori, che operano in oltre 80 Paesi del mondo. Di questo si è parlato alla prima edizione del “Global Coffee Forum”, il meeting internazionale sul caffè promosso ieri a Fiera Milano Rho da International Coffee Organization (Ico), insieme al Ministero delle Politiche Agricole ed i più importanti produttori a livello internazionale, come Illy, Lavazza e Nestlè con il marchio Nespresso. E oggi il Forum prosegue a Expo con la celebrazione mondiale del caffè.

A raccontare la loro esperienza, e a confrontarsi per una produzione sempre più sostenibile lungo tutta la filiera, marchi storici italiani come Lavazza, che celebra i suoi 120 anni di storia e da anni è impegnata con la sua fondazione a promuovere progetti si sviluppo tra le comunità di coltivatori di caffè. “La sostenibilità offre grandi opportunità per far crescere il nostro business in una forma coerente con le aspettative dei produttori e dei consumatori - ha sottolineato il vice presidente del Gruppo, Giuseppe Lavazza - siamo anche attenti allo sviluppo del consumo di caffè nei Paesi emergenti”. Secondo Lavazza, chi produce caffè “deve essere attento alle aspettative dei consumatori, che devono poter acquistare un prodotto in linea con le loro esigenze, ma questo necessita anche educazione, verso chi produce e chi compra, per uno sviluppo integrato che genera benefici su tutta la filiera”.
Il caffè celebra anche la sua popolarità: “Abbiamo assistito ad una impennata dei consumi negli ultimi due decenni - ha spiegato il direttore esecutivo di Ico, Robério Oliveira Silva - oggi quasi 150 milioni di sacchi di caffè vengono consumati annualmente, il 50% in più di 20 anni fa”. L’Ico stima che entro il 2025 il consumo di caffè aumenterà di altri 25 milioni raggiungendo i 175 milioni di sacchi.
Tra le sfide da vincere nei prossimi anni per una filiera sempre più equa e sostenibile c’è anche quella relativa al cambiamento climatico. “Dobbiamo creare la consapevolezza di quale sia la direzione del cambiamento per affrontare le sfide - ha spiegato il presidente di Illycaffè, Andrea Illy - in particolare quella del cambiamento climatico che impatta la coltura del caffè e si riversa sulla volatilità dei prezzi”. Illy è sponsor del Cluster del Caffè a Expo “che raggiungerà quota 10 milioni di visitatori entro la fine di ottobre”.
Il primo “Global Coffee Forum” dimostra come “l’esperienza dei produttori di caffè italiani - ha concluso il Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina - può dare vita, insieme alle istituzioni, a una nuova strategia economica che è parte fondamentale di un nuovo modello di cooperazione agricola e agroalimentare, parte di un modello economico basato anche sulla pace e la lotta alla fame ”.

Focus - Qual è il cappuccino italiano veramente tradizionale? È la domanda del “The New York Times”. Ecco come si riconosce, secondo l’Istituto Nazionale Espresso Italiano
Per la Giornata Mondiale del Caffè, “The New York Times” rilancia il tema del vero cappuccino: qual è quello veramente tradizionale? Il cappuccino è un vero patrimonio della cultura del caffè italiano. Già a partire dagli anni Sessanta si è diffuso nel mondo, spesso a opera degli italiani che si trovavano all’estero. Poi, soprattutto in tempi più recenti, ha iniziato una sua metamorfosi, generando diverse altre bevande che oggi possiamo definire “cugine” del cappuccino (pensiamo al flat white molto di moda adesso). “La definizione di cappuccino è probabilmente una delle più complesse perché si tratta del matrimonio tra espresso e latte”, spiega Paolo Nadalet, presidente IneiIstituto Nazionale Espresso Italiano, che ha redatto una definizione sensoriale (inserita nel 2007 in un progetto di legge che mirava a tutelare le eccellenze italiane). Eccola qua: “da un punto di vista sensoriale il Cappuccino Italiano Certificato si presenta con un colore bianco, ornato da bordo marrone più o meno spesso nel cappuccino classico, con disegni che vanno dal marrone al nocciola nel cappuccino decorato. La crema ha maglie strette con occhiatura molto fine o assente. Ha un aroma intenso in cui ai soffusi sentori di fiori e di frutta si aggiungono quelli più prestanti di latte, di tostato (cereali, caramello), cioccolato (cacao, vaniglia), e frutta secca. Sono assenti odori empireumatici e biochimici negativi. Il corpo è importante e si esprime con una sensazione suadente, di panna e di elevata percezione sferica, supportato da un sapore amaro tenue e da una bilanciata acidità, quasi impercettibile. L’astringenza è praticamente assente”.

Focus - Il viaggio del caffè, dal produttore al consumatore, in un cortometraggio, da un’idea di Francesco Sanapo, “Campione italiano di caffetteria”
Un corto documentario per raccontare il viaggio del caffè, dal produttore al consumatore: è l’idea di Francesco Sanapo, “Campione italiano di caffetteria per l’International Coffee Day. Il cortometraggio, della durata di 6 minuti, è stato girato dai registi Valeria Testagrossa e Nicola Grignani in Guatemala, nel territorio montuoso Huehuetenango, a Finca La Bolsa, e al centro, c’è proprio il Guatemala Finca la Bolsa, caffè di altissimo pregio, di cui viene raccontata la storia, frutto della relazione diretta con il produttore.
Sulle note della canzone del musicista honduregno Guillermo Anderson, “Pensando en Vos”, si apre il viaggio in cui Sanapo, partendo dal suo coffee bar Ditta Artigianale, a Firenze, serve a due giovani ragazze una tazzina di questo caffè. Da qui il video ne mostra la storia, che inizia dalla tenuta di Renardo Ovalle: un caffè che ha qualcosa di speciale, perché è immerso in una natura incontaminata, con un ruscello all’interno, la sua raccolta avviene a mano, e la sua lavorazione secondo processi naturali.
Info: https://www.youtube.com/watch?v=6hc8XUbch1A

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