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FOOD

Giornata Mondiale dell’Alimentazione: tra disparità ed errori c’è ancora molto da imparare sul cibo

“Coltivare, nutrire, preservare. Insieme”. Il legame tra produzione, nutrizione e salute è al centro del “World Food Day 2020”
Confagricoltura, FAO, VINVENTIONS, WORLD FOOD DAY, Non Solo Vino
Dida: Oggi è il World Food Day 2020 della Fao

“Coltivare, nutrire, preservare. Insieme”. Il legame tra produzione, nutrizione e salute è al centro della Giornata mondiale dell’alimentazione n.75, la prima in tempo di Covid, celebrata oggi in tutto il pianeta. Una ricorrenza che arriva nell’anno dell’assegnazione del Nobel per la Pace al Programma Alimentare Mondiale e che acquista un significato maggiore se consideriamo che tra le tante cose che la pandemia ha portato c’è anche una maggiore consapevolezza al valore del cibo. Lo abbiamo visto in Italia, dove gli sprechi alimentari sono diminuiti e, in generale, in tutto il settore agricolo dove è emersa l’urgenza di poter assicurare alle popolazioni un cibo sufficiente in quantità, qualità e sicurezza. Un aspetto, quest’ultimo, sottolineato da Confagricoltura proprio nel “World Food Day 2020” della Fao. La bilancia del cibo fatica ancora a trovare un equilibrio, il risultato è che ci sono “690 milioni di individui sulla Terra che ancora oggi soffrono la fame e due miliardi malnutriti”, un dato che stride con il fatto che “una persona su otto nella nostra civiltà occidentale soffre di obesità o di malattie connesse alla cattiva o eccessiva alimentazione”, ha ricordato l’organizzazione agricola aggiungendo che l’obiettivo da centrare non deve essere unicamente quello della “fame zero” ma anche quello di permettere a tutti di fruire di un’agricoltura produttiva e non di sussistenza, con una particolare attenzione alla salvaguardia e allo sviluppo di questa attività nelle zone più difficili del pianeta dove si produce con scarse risorse tecnologiche, strumenti inadeguati, situazioni climatiche sfavorevoli e tensioni politiche. Fragilità che il Covid ha aggravato portando a raccolti ridotti e perdite di prodotto dovute anche alla carenza di infrastrutture di stoccaggio, conservazione, trasporto e lavorazione. “L’agricoltura occidentale, dal canto suo - aggiunge Confagricoltura - ha il dovere di porre in essere tutti gli sforzi per incrementare la produzione, fronteggiare le emergenze alimentari, contribuire a risolvere il problema del diritto di ogni uomo di accesso al cibo, garantire la sicurezza alimentare e la sostenibilità”. Una svolta che necessita del supporto della politica: “è giunto il momento di uno sforzo collegiale dei governi per superare le tensioni e le guerre, anche commerciali. Serve volontà politica per affermare nuovi equilibri, pacificazione e benessere”.
Ma una corretta alimentazione e il rispetto per il cibo passa anche dalle scelte personali. Quelle che a volte sono condizionate da “falsi miti” e incoerenze su cui finiscono per inciampare gli italiani. Come la “moda” di saltare la colazione (lo fa il 34%) per poi dare l’assalto alle bibite zuccherate quando la sete si fa sentire. Errori che sono anche “di giudizio” come il guardare alle calorie di un prodotto piuttosto che al suo valore nutrizionale (46%).. Solo il 18% degli italiani, inoltre, è a conoscenza che bere acqua durante i pasti favorisce la digestione. Alimenti indespensabili per una dieta sana ed equilibrata, è il caso di verdure e cereali, finiscono in testa alla classifica dei prodotti più sottovalutati con una percentuale rispettivamente del 31% e del 39%. Lo studio di In a Bottle - condotto su circa 1.400 italiani (tra i 20 e i 55 anni) attraverso un monitoraggio sui principali social network, blog, forum e community per verificare gli errori che si commettono in ambito alimentare - mostra quanto dobbiamo migliorare nel rapporto con il cibo. Eppure oltre la metà degli italiani (54%) si ritiene ferrato sull’argomento, il 25% è incerto e solo il 16% confessa di essere disinformato in materia. Il 58% si rivolge a Google per definire il proprio regime nutrizionale, ricercando le diete del momento o quelle legate al periodo dell’anno mentre il 29% si affida ad un nutrizionista. La sfilza di errori causati con lo scopo di dimagrire è lunga: il 34% confessa di rinunciare alla colazione, il 22% preferisce a pranzo mangiare poco. Niente di più sbagliato: saltare i pasti non agevola il dimagrimento ma incide negativamente sulla concentrazione di zuccheri ed energia nel corpo. Un altro errore è quello di concentrarsi solo sui cosiddetti cibi sani (lo fa il 18%), una scelta che può aumentare l'apporto energetico ma, se assunti in modo sbagliato, può agevolare anche un aumento di peso. C’è invece chi, al contrario, preferisce consumare durante il giorno cibi molto elaborati (27%) per recuperare i pasti saltati andando di fatto contro gli esperti che consigliano di dosare tutti gli alimenti così da rispettare le reali necessità dell’organismo. “Un recente studio tratto dal Nutritional Journal Medicine - spiega il nutrizionista Maurizio Fiocca - ha rilevato che l’alimentazione legata a cibi troppo elaborati favorisce una serie di malattie cardiovascolari e diabetiche”. La scarsa informazione in ambito alimentare è data anche dalla poca conoscenza legata ad alcune parole chiavi. Ad esempio i carboidrati per (lo crede il 25%) sono unicamente la pasta mentre il 16% li associa ai dolci. E il metabolismo? Per il 31% è “qualcosa che fa ingrassare”. Altra nota dolente è la conoscenza del termine dieta: per il 48% vuol dire semplicemente ridurre la quantità di cibo, mentre solo il 28% ritiene che sia un regime alimentare che va variato e abbinato ad uno stile di vita sano e corretto. Anche in fatto di idratazione gli italiani si scoprono poco attenti: il 58% sceglie l’acqua giusta da bere in base al prezzo, solo il 29% lo fa leggendo l’etichetta per scoprire alcune voci essenziali come residuo fisso, ph e presenza di minerali. La maggior parte (52%) beve solo quando avverte lo stimolo della sete, il 32% lo fa costantemente durante la giornata per mantenere l’organismo sempre ben idratato e raggiungere la dose giornaliera consigliata di circa due litri al giorno. Altro dilemma riguarda il consumo di acqua durante i pasti: solo il 22% lo fa, quasi la metà (46%) preferisce invece bere prima di cominciare il pasto per sentirsi sazi e quindi mangiare meno.
Alimentazione significa anche sostenibilità e il mondo del vino guarda con sempre più attenzione ad un approccio attento all’ambiente. Una filosofia produttiva che coinvolge anche i materiali, è il caso di Vinventions che ha lanciato i primi tappi ad impatto zero, realizzati con biopolimeri, la Nomacorc Green Line. I tappi sono infatti derivati dalla canna da zucchero coltivata in Brasile in maniera etica e responsabile. Braskem, partner di Vinventions per la materia prima, ha sviluppato un c deontologico per i coltivatori di canna da zucchero dove è fondamentale il rispetto della biodiversità, delle buone pratiche ambientali, dei diritti umani e del lavoro con tanto di disponibilità di informazioni sull’analisi del ciclo di vita del prodotto. Il codice deontologico è stato sviluppato in collaborazione con la società Proforest, un’azienda riconosciuta a livello internazionale e specializzata in sistemi di gestione sostenibile delle risorse naturali. “Il nostro fornitore Braskem - dichiara Antonino La Placa, direttore commerciale Italia di Vinventions - garantisce che la canna da zucchero è coltivata in terreni non sufficientemente fertili per essere destinati ad altre colture alimentari. La coltivazione della canna da zucchero e la restituzione al terreno dei residui delle coltivazioni precedenti tramite aratura ne favorisce il risanamento. Per questo i produttori di canna da zucchero spostano le colture da un appezzamento ad un altro al fine di rigenerare i terreni agricoli impoveriti. I nostri tappi Green line aiutano la rigenerazione del Pianeta a 360 gradi visto che impieghiamo pochissima acqua nella produzione e che assicuriamo che i vini non abbiano difetti per evitare lo spreco alimentare. Tutte le caratteristiche dei nostri tappi sono studiate per ottimizzare la qualità del vino ed evitare gli sprechi: zero Tca, ingresso costante e controllato di ossigeno, affidabilità di imbottigliamento per ottimizzare la qualità del vino nel suo complesso. Negli ultimi 15 anni abbiamo prevenuto che più di 300 milioni di bottiglie di vino venissero sprecate per difetto di tappo grazie alle prestazioni uniformi delle nostre chiusure. Siamo orgogliosi di poter mostrare i nostri risultati nella Giornata mondiale dell’alimentazione”.

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