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Gli affari, a Bordeaux, stentano, anche di fronte ad un’ottima annata come la 2014. E gli Châteaux, con l’Asia e la Gran Bretagna in difficoltà, tornano a guardare agli Stati Uniti, dove il dollaro forte potrebbe far volare le spedizioni

Gli affari a Bordeaux, non vanno bene da un po’, ed anche l’annata 2014, considerata con toni trionfalisti quella del rilancio, stenta a decollare. Il problema è sempre lo stesso, il prezzo, ancora troppo alto nella maggior parte dei casi. La speranza, dopo un 2014 difficile anche su un mercato storico come quello britannico, arriva dagli Stati Uniti, dove in soccorso dei produttori bordolesi potrebbe accorrere il dollaro forte, sempre a patto che Bordeaux riesca a riconquistare un mercato maturo, che per Bordeaux ha ancora una certa passione.

Segnali positivi ce ne sono già, come ha raccontato a “Wine Searcher” (www.wine-searcher.com) Anthony Moses, amministratore delegato di Twins, che in Usa importa ogni anno 15 milioni di dollari di vini di Bordeaux: “gli Stati Uniti hanno ritrovato un entusiasmo che non si vedeva da un po’, anche a causa del cambio favorevole. Da maggio 2014 - spiega Moses - il valore dell’euro è sceso del 23%, passando da 1,39 a 1,07 dollari, e questo ha portato praticamente ad un raddoppio delle vendite negli ultimi 3 mesi”.

Con il crollo del mercato asiatico, del resto, già l’attenzione dei produttori si è rivolta verso la Gran Bretagna con più attenzione del solito, mentre “al mercato Usa - spiega Hervé Gouin, direttore finanziario di Château Mouton-Rothschild - dobbiamo spiegare che i vini di Bordeaux vanno anche bevuti, non solo collezionati o usati come investimenti finanziari”. Anche Stéphanie de Boüard di Château Angelus guarda agli Usa, dove, in realtà, “l’attrazione non è stata così forte negli ultimi cinque anni, adesso dobbiamo impegnarci davvero”.

I big della distribuzione Usa, però, non credono in maniera così compatta al successo dell’annata 2014 di Bordeaux: da una parte, Moses si dice assolutamente ottimista sull’interesse di uno dei suoi clienti più importanti, la catena di supermercati Costco, dall’altra, Mark Wesse, a capo della MacArthur Beverages di Washington Dc, è tutt’altro che convinto dell’attrattività dell’annata 2014 di Bordeaux sui propri clienti: “negli ultimi anni i proprietari degli Château ci hanno dimostrato che non c’è alcun vantaggio ad acquistare en primeur, i prezzi non salgono, anzi, può succedere che scendano. Perché dovrei anticipare dei soldi quando posso comprarlo più avanti allo stesso prezzo? Del resto, se l’andamento è questo mi pare ovvio che i prezzi delle vendite en primeur, negli ultimi anni, siano andati fuori mercato, dobbiamo scendere sotto la soglia fatidica raggiunta nel 2012”.

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