02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

GLI AMORI ENOICI: BRUNELLO, BAROLO, BARBARESCO, BOLGHERI. I PROGETTI FUTURI: PARLARE DI VINO NEL MONDO. A TU PER TU DI WINENEWS CON JAMES SUCKLING, UNO DEI PIÙ IMPORTANTI CRITICI ENOLOGICI DEL MONDO, ALL’INDOMANI DAL SUO DIVORZIO DA “WINE SPECTATOR”

Italia
James Suckling, ex Wine Spectator

Sono passati davvero pochi giorni dal divorzio tra James Suckling, uno dei wine-writer più noti al mondi, e la rivista statunitense Wine Spectator, da più parti indicata come la “bibbia dell’enologia mondiale”, dove i pezzi firmati da questo californiano cinquantenne sono stati, per quasi un ventennio, tra i più seguiti, specialmente (e per ovvie ragioni) dai produttori e dal pubblico del Bel Paese. Suckling, rispondendo ad un’intervista in esclusiva a WineNews, che sarà pubblicata domani, ha svelato, almeno in generale, “cosa farà da grande” e quali continuano a rimanere i suoi amori enoici.

“Devo ribadire - ha spiegato il critico americano - che il mio divorzio con “Wine Spectator” è stato decisamente amichevole. A 50 anni sto pensando di cambiare un po’, perché ho lavorato quasi 30 anni con “Wine Spectator”. Vorrei fare più eventi in Italia e nel mondo per parlare di vino. Dopo oltre 30 anni di lavoro, in questo mondo, penso di avere molto da dire. Voglio assaggiare vini di regioni che ho meno frequentato, come California, Argentina, Australia. Di certo, resterò in Italia, qui ho la mia casa, i miei figli sono cresciuti qui, e qui si trova oltre alla mia casa in muratura anche la mia ideale casa adottiva”.

E l’amore verso l’Italia ritorna anche quando Suckling compie una piccola analisi del futuro del vino: “c’è ancora tanto potenziale inespresso in Toscana. Sono pazzo dei vini piemontesi, ma quella regione è già abbastanza definita dal punto di vista dell’estensione dei vigneti. Per le mie preferenze personali in fatto di vini, devo dire che sono legate essenzialmente alla lettera “b”: Brunello, Barolo, Barbaresco, Bolgheri”.

Il degustatore californiano non si sottrae neppure ad una piccola “amarcord” tricolore: “sono arrivato in Italia nel maggio 1998 e ho assaggiato in barrique l’annata 1997 e ho visto una qualità incredibile. Ma questa qualità aveva a che fare più con quello che era successo in natura che con i produttori. Certo, c’erano alcuni produttori che lavoravano bene in cantina e nel vigneto, ma con l’annata 1997 tutti hanno visto che la ridotta quantità incrementava notevolmente la qualità. E, oggi, nel 2010, è incredibile il livello qualitativo raggiunto in Italia e quanto siano aumentati i produttori che sanno fare grandi vini. L’Italia è proprio in una posizione bellissima adesso”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli