Se è vero che la vite europea può tollerare temperature invernali fino a -15°C, in primavera, la sua sensibilità al freddo aumenta decisamente: "in primavera, infatti, quando la vite è in vegetazione - spiegano gli esperti dell'importante rivista specializzata "L'Informatore Agrario" - è sufficiente che la temperatura scenda a circa un grado sotto lo zero perché si verifichino dei danni. Questa accresciuta sensibilità è legata ad un maggior contenuto d'acqua dei tessuti. E', infatti, la formazione di ghiaccio nei tessuti appunto l'evento che causa il danno maggiore. I danni, quindi saranno tanto più gravi quanto più avanzata è la vegetazione della vite".
"L'altro fattore che determina la gravità di una gelata primaverile è la velocità - continuano dalla redazione de "L'Informatore Agrario - con cui la temperatura si abbassa. Nel caso delle gemme, organi su cui il gelo esercita i maggiori effetti, questo è particolarmente evidente. Quando il raffreddamento è progressivo, la gemma subisce una disidratazione, dovuta al trasferimento da parte della pianta di acqua verso gli organi periferici. Questa perdita di acqua dell'apice gemmario favorisce la resistenza alla gelata. Al contrario nel caso di abbassamenti di temperatura repentini, il raffreddamento degli organi avviene nell'arco di poche ore o addirittura di minuti e il tessuto viene inevitabilmente compromesso. E, comunque, oltre alle gemme, in primavera gli organi formati per ultimi, meno lignificati e più idratati, sono i più sensibili. La fase di riscaldamento che segue alla gelata completa l'opera".
"I danni più frequenti sono le modifiche del colore, determinate dalla rottura delle cellule del tessuto e dalla successiva ossidazione al contatto con l'ossigeno. A volte quando i tessuti non necrotizzano si può avere una "scoloritura" con colori dal verde pallido al giallo o addirittura al bianco. Il deterioramento dei tessuti congelati porta frequentamente anche a rotture, per esempio nelle foglie e nei piccioli e nelle radici, e anche alla perdita di turgore, all'appassimento e alla morte degli apici vegetativi. Si possono, inoltre, determinare rotture, malformazioni, necrosi".
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