La salute passa anche dalla tavola, dove la Dieta Mediterranea è la “regina”, e gli italiani si stanno dimostrando sempre più virtuosi valutando con attenzione i prodotti che accompagnano i loro pasti. Il risultato è che nel Belpaese si mangia meglio, si varia di più e si spreca meno, un “equilibrio” ideale anche se il caro vita può mettere a rischio questa preziosa alchimia. Un miglioramento che si denota leggendo i risultati dell’Osservatorio Nestlé grazie ad una ricerca dedicata, realizzata su base annuale, che attesta un approccio a un consumo più salutare. In Italia abbiamo aumentato il consumo delle verdure, dal 39% nel 2023 al 44% nel 2024; il consumo dei legumi (aumentato nel 2023 del 22%) oggi è cresciuto del 31%; il consumo del pesce è passato dalla percentuale di aumento del 19% nel 2023 al 22%; quasi invariato, invece, il consumo di frutta: dal 35% nel 2023 al 36% del 2024. Le alternative vegetali al latte, dall’aumento nel 2023 del 13% sono passate al 15% nel 2024, ma anche il latte è salito dall’11% al 13%.
A conferma di tanto virtuosismo, il 43% degli intervistati dichiara di consumare meno carne rossa rispetto agli anni precedenti, mentre aumenta del 16% il consumo di alternative proteiche. Ci stiamo rassegnando a ridurre anche quello che ci dà buon umore, come i dolci, che quest’anno abbiamo diminuito del 39%, così come i superalcolici con il 51% degli intervistati che dichiara, infatti, di aver calato il consumo. E allora meglio buttarsi su pizza e pasta, ritenuti rispettivamente, per l’82% e per il 67% dei rispondenti, i cibi della gioia. Quasi irrinunciabile anche il caffè, dato che il 69% degli intervistati ne fa un consumo invariato rispetto all’anno scorso e, anzi, il 15% ne ha aumentato il consumo.
Nel 2024, il pranzo per il 46% e la colazione per il 31% sono i pasti più rilevanti che prevalgono sulla cena, considerata meno importante e votata per il 23%. Ma l’aperitivo, in ogni caso, per il 60%, raramente sostituisce la cena, tendenza invece rilevata negli ultimi anni. Il 51% degli intervistati non salta mai i pasti. Tuttavia, non ci sentiamo del tutto sereni: il 42% dichiara di accusare un senso di ansia e solo il 7% sembra non soffrirne mai, 4 su 10 affermano di ascoltare musica come rimedio per combattere l’ansia, 3 su 10 indicano il riposo e lo sport come soluzione. Bisogna però tenere d’occhio la pigrizia, dato che il 62% non si è mai iscritto ad alcun programma di allenamento nell’ultimo anno, mentre il 30% si allena, ma, 4 su 10, solo 2 volte a settimana.
Per Marzia Benvenuti, psicologa e psicoterapeuta, “questi dati portano l’attenzione sul fatto che più di 6 persone su 10, nell’ultimo anno, hanno dichiarato di soffrire di ansia, elemento che incide sulla sensazione di fame o sazietà della mattina. Se si soffre di ansia è più facile che si attivi il cortisolo proprio durante la mattinata togliendo la voglia di mangiare. Il cortisolo scende durante il pomeriggio e la sera, ed ecco riapparire la fame. Individuare questo dettaglio ci rende molto più consapevoli non solo dei nostri stati emotivi, ma anche della nostra scelta dei cibi. Se la fame è maggiore dal pomeriggio a dopo cena vuol dire che ho un problema con il cortisolo”.
Nel 2024 ci stiamo idratando meglio, con il 60% degli italiani che beve 2 litri di acqua al giorno e il 30% un litro. Sul fronte sostenibilità, 7 su 10 si ritengono abbastanza o molto consapevoli circa la sostenibilità ambientale, tuttavia quasi il 50% non ha modificato la propria alimentazione per essere più sostenibile nell’ultimo anno, ma almeno il 94% non spreca più il cibo.
Uscendo dal comfort dei nostri gusti e dei nostri piatti identitari, le specie aliene che stanno infestando diverse zone d’Italia, fanno un po’ paura: il 33% ritiene questo fenomeno un pericolo per la biodiversità, mentre il 41% dichiara di non saperne abbastanza. Ma, dopo il clamore suscitato dai granchi blu nella scorsa estate, più di 6 italiani su 10 affermano che sarebbero curiosi di assaggiare le specie aliene commestibili con il 12% che le ha già provate e le consiglierebbe.
Venendo alla nota dolente, il nostro carrello della spesa risente dell’attuale contesto socioeconomico, facendo decidere come prima cosa al prezzo e alle promozioni la scelta finale del cibo da acquistare. In secondo luogo, la preferenza va agli ingredienti più salutari possibili, a conferma dell’orientamento generale per una dieta sana. Per Giuseppe Fatati, direttore scientifico dell’Osservatorio Nestlé, “mangiare bene non è più un fatto di pura gastronomia, ma oggi deve essere condito dal saper scegliere equilibratamente tra i vari componenti di una corretta alimentazione e le proposte del mercato. I partecipanti alla nostra survey sembrano essere consapevoli della necessità di un’alimentazione corretta e tale consapevolezza è migliorata nel corso degli anni. Purtroppo, il particolare momento socioeconomico sembra influenzare le scelte in modo significativo”.
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