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ATTUALITÀ

Gli italiani mangiano meno carne ma sono sempre più attenti alla qualità

La fiera Agriumbria anticipa i dati dell’Osservatorio nazionale sul consumo di carni: in calo nel 2022, ma si sceglie un prodotto migliore
AGRIUMBRIA, CARNE, CONSUMI, Non Solo Vino
Per la carne i consumi sono in calo ma aumenta la qualità richiesta

Gli italiani mangiano meno carne ma nel piatto mettono un prodotto di qualità e con attenzione sempre crescente alla salute. Agriumbria, fiera dedicata all’agricoltura, alla zootecnia ed all’alimentazione, anticipa i dati dell’Osservatorio sul consumo di carni in Italia. Nel 2022 gli italiani hanno mangiato meno carne rispetto agli anni passati: se si confrontano i dati attuali con quelli del “boom economico”, oggi ne consumiamo oltre 5 chili in meno a persona all’anno. Numeri sicuramente da attenzionare, per un settore che, nonostante le difficoltà, riveste ancora un ruolo importante per l’economia italiana, coinvolgendo 230.000 addetti in oltre 135.000 aziende, e che rappresenta più del 4% del fatturato dell’agroalimentare, per un valore di oltre 6 miliardi di euro. A fronte di un minor consumo di carne, cresce la qualità scelta dai consumatori, soprattutto per la carne bovina con le razze italiane in testa.
Come spiegano da Anabic (Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne), “valorizzare e promuovere la carne di razze come la Chianina, la Romagnola, la Marchigiana, la Maremmana e la Podolica vuol dire contribuire a dare un importante contributo a quel made in Italy che il mondo intero, a ragione, ci invidia. I 160.000 capi di bestiame che Anabic rappresenta, distribuiti in 5.000 allevamenti sparsi in 18 regioni e allevati per almeno il 70% al pascolo, rappresentano un plus sia da un punto di vista qualitativo e nutrizionale della carne sia da un punto di vista ambientale. Nel primo caso, prendendo, ad esempio, la Chianina, è scientificamente provato che il suo tenore di grasso non supera il 2% ed è ben al di sotto di quello che si registra in produzioni estere che vengono spesso proposte sulle tavole; per non parlare dell’enorme impatto ambientale che genera il trasporto di una produzione proveniente da oltreoceano: si tratta di aspetti molto importanti che Anabic intende mettere al centro del dibattito per favorire la trasmissione di informazioni corrette”.
Grazie anche alla Dieta Mediterranea gli italiani sono il secondo popolo più longevo al mondo e la qualità delle carni è nota. Come afferma Assocarni, gli allevamenti italiani producono carni più magre e di migliore qualità rispetto a quella degli allevamenti di altri Paesi.
Agriumbria (dal 31 marzo al 2 aprile, a Bastia Umbra) vedrà oltre 420 espositori in rappresentanza di oltre 2.000 aziende e industrie ed offrirà una panoramica generale e organica dell’innovazione tecnologica raggiunta nei differenti settori agroalimentari: nell’edizione 2023 la filiera agrozootecnica nel suo complesso con i principali temi del settore primario e un’attenzione particolare alla gestione delle risorse idriche e alle aspettative dei consumatori. Quattro le mostre nazionali, due curate da Anabic (Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne), dedicate alla Chianina e alla Romagnola, e due da Anacli (Associazione nazionale allevatori delle razze bovine italiane), la Charolaise e la Limousine; mentre le altre tre razze del circuito, la Marchigiana, la Podolica e la Maremmana partecipano nel tradizionale expo degli animali di Italialleva. Completano il quadro delle razze bovine in vetrina, a Bastia, la “regina” da latte, la Frisona italiana, la Pezzata rossa italiana, simbolo della “duplice attitudine” e la Piemontese, altra eccellenza del comparto da carne. Tra le novità 2023, da segnalare anche il ritorno, dopo qualche anno, della Bufala Mediterranea italiana (ma anche il comparto ovicaprino, con Associazione Nazionale della Pastorizia).

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