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Gli Usa vedono l’inizio di un nuovo ciclo economico, anche negli acquisti enoici: come rivela l’ultima indagine Nielsen, il 2014 è stato segnato dalla crescita delle etichette sopra i 9 dollari, ed anche la fascia “+20 dollari” torna a correre

All’inizio della crisi, nell’ormai lontano 2008, quasi nessuno in Usa credeva davvero in una ripresa economica che potesse riportare i consumi ai livelli a cui eravamo abituati. A maggior ragione nel settore enoico, dove per anni le bottiglie sopra i 20 dollari hanno trovato enormi difficoltà, tanto che la fascia “+20$” è stata a lungo considerata una “dead zone”, una zona morta in cui non succedeva assolutamente niente. Tanto che enoteche e negozianti in generale sono dovuti spesso ricorrere a vendite promozionali e scoutistica, tutto pur di svuotare i magazzini, e molte aziende sono andate presto fuori mercato, trovandosi a dover ripensare per intero la propria strategia commerciale, come ricorda “The Wine Economist” (www.wineeconomist.com). Ma adesso, finalmente, le cose stanno cambiando e, come rivela l’ultima indagine Nielsen (www.nielsen.com) sull’andamento delle vendite in Usa nel corso del 2014, il mercato è oggi diviso in due tronconi, che vivono di aspettative e tendenze diverse, ma molto promettenti, specie per chi, come l’Italia, negli Stati Uniti ha uno dei suoi partner principali.
Da una parte, ci sono i vini sotto i 9 dollari a bottiglia, che hanno scontato un decremento delle vendite più o meno sostanziale: si va dal -3,2% della fascia 6-9 dollari al -1% della fascia 3-6 dollari (ancora oggi la più importante, vale 3,95 miliardi di dollari complessivamente, sui 12,53 miliardi di dollari complessivi mossi dal vino nel 2014, ndr), passando per la sostanziale stabilità (-0,1%) della fascia più bassa, 0-3 dollari. Dall’altra, c’è il volto felice del consumo enoico made in Usa, che nel segmento sopra i 9 dollari torna a correre, con crescita davvero importanti, che potrebbero rivelarsi ossigeno anche per le produzioni del Belpaese.
Nel dettaglio, la fascia 9-12 dollari (che vale ben 3,14 miliardi di dollari) è cresciuta del 7,2%, quella 12-15 del 10,6%, e le vendite sono aumentate anche per le bottiglie tra i 15 ed i 20 dollari, dell’8,6%, ma la notizia migliore arriva dalla “zona morta”, quella sopra i 20 dollari a bottiglia, che nel 2014 ha messo a segno un +15,7% a dir poco incoraggiante, che segna, forse, l’inizio di una nuova epoca, che parte da una crescita globale, nell’anno, del 3,4%.

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