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“GRAPPA DAY”: IL PUNTO SULLO STATO DELL’ARTE DEL DISTILLATO DI BANDIERA. L’EXPORT A +9,2% NEL 2006. SEGNALI MOLTO POSITIVI ANCHE NEI PRIMI QUATTRO MESI DEL 2007 (+13,4%)

La grappa pareggia in casa e vince all’estero, tanto per usare un linguaggio calcistico: nel 2006, stazionari i consumi nel nostro Paese, l’export fa, infatti, registrare un netto avanzamento, + 9,2% sui mercati di tutto il mondo. E, se si osservano i primi dati tendenziali 2007, si evince un ulteriore consolidamento: nei primo quadrimestre, le esportazioni di grappa, in quantità, hanno registrato un +13,4%. Contestualmente, il distillato di bandiera ha subito una vera e propria rivoluzione nell’immagine: la grappa è passata ad essere, da bevanda “povera” e dal gusto secco, un prodotto morbido e aromatico, ha allargato la platea degli intenditori al gentil sesso e ai giovani e, pur mantenendo un’immagine di semplicità e di genuinità, si è rinnovata nell’immagine e nelle modalità di consumo. Tutte queste tendenze arrivano da Greve in Chianti, dove è stato di scena il “Grappa Day” (info: www.grappaday.it), ovvero il momento di confronto più atteso per il settore italiano della distillazione (che poggia su 135 distillerie e più di 500 imbottigliatori concentrati nel Nord), ideato dal Centro Documentazione Grappa Luigi Bonollo e dalle Distillerie Bonollo Spa di Formigine (Mo).
La prima analisi “I principali valori economici della grappa nel contesto degli spirits”, a cura di Andrea Zaghi, project manager dell’Area Agricoltura Industria Alimentare e Consumi di Nomisma, ha evidenziato una leggera variazione negativa dei consumi nazionali (colpa delle accise sempre più punitive?), a fronte di un netto avanzamento dell’export; i primi dati tendenziali relativi al 2007 evidenziano ulteriori, brillanti incrementi dei mercati internazionali (+13,4% sul 2006); continuano a crescere le grappe monovitigno, che rappresentano ormai più di un quarto dei volumi totali, insieme con le grappe aromatizzate; flettono invece i distillati plurivitigno; per i formati, le bottiglie più piccole sono in continua ascesa, a scapito soprattutto delle “vecchie” bottiglie da litro o più, che retrocedono progressivamente nelle preferenze dei consumatori.
La seconda analisi, “Gli italiani e la grappa: 25 anni di rapida evoluzione”, a cura di Enrico Finzi, presidente di Astra Ricerche, ha sottolineato come “ci sia stato negli ultimi anni un incremento dei consumatori di grappa, seppur con una lieve riduzione delle quantità consumate pro-capite; l’impressione complessiva che emerge dai dati è quella di un’evoluzione anzitutto qualitativa del mercato; è in calo, ad esempio, il numero dei consumatori di confezioni tradizionali, mentre spopolano le bottiglie di nuovo formato e di nuova concezione, sempre più spesso utilizzate anche come idea regalo; la tendenza oggi dominante ha abbandonato le acquaviti forti, aspre e brucianti, per orientarsi verso prodotti più morbidi e profumati. I grandi trend degli ultimi anni hanno consentito di espandere i consumi verso territori prima inesplorati, se non addirittura tabù, come la domanda giovanile, quella del pubblico femminile e - dal punto di vista geografico - la richiesta delle regioni del Centro e Sud Italia (tradizionalmente aree deboli per la grappa)”.

Focus – “Gli Italiani e la grappa: 25 anni di rapida evoluzione”
Enrico Finzi, sociologo, presidente di Astra Ricerche

Dall’ultima nostra ricerca (anno 2001), c’è stato un incremento dei consumatori di grappa di circa l’8%, seppur con una lieve riduzione della quantità consumata pro capite al mese. I maggiori incrementi si sono avuti tra i 18-34enni (che stanno scoprendo ora questo antico distillato) e tra le donne (proseguendo una tendenza che si era già affermata nel decennio precedente).
È in calo dall’inizio del decennio (di quasi il 20%) il numero dei consumatori di confezioni tradizionali (quelle tipiche dei forti bevitori di un tempo), mentre ‘spopolano’ le nuove bottiglie da meno di un litro (specie quelle piccole).
Uno dei fenomeni-chiave degli ultimi sette anni è il boom del regalo di grappa o di grappe, specie mono-vitigno, mentre tra le occasioni di consumo crescono quelle domestiche con amici e familiari (non solitarie) e quelle al ristorante (con la grappa frequentemente offerta dallo stesso ristoratore).
Singolare è la peculiare dinamica delle regioni “rosse”: infatti, nelle aree emiliano-romagnola, toscana, marchigiana e umbra si registra il maggior incremento di consumatori dall’inizio del secolo/millennio, mentre nelle regioni di più classica produzione (Piemonte e Triveneto) si osserva una sostanziale stabilità (aumenti si notano anche in Lombardia e al sud).
Secondo un trend già avviatosi negli anni ‘90 i gusti dei consumatori si specializzano: di fatto, sempre meno spesso emergono dalle ricerche ‘bevitori di grappa’ genericamente intesa e sempre più gli intervistati verbalizzano la spiccata preferenza per alcuni tipi di grappa, con rigetto per altri.
Mentre nel 2001 i consumatori di grappa dichiaravano di orientarsi nuovamente sui prodotti più forti, aspri e ‘brucianti’, ora la tendenza pare essersi invertita a vantaggio di grappe più morbide (cresce il goodwill per quelle alla frutta).
Uno dei dati più rilevanti dell’indagine è il dichiarato incremento di importanza dell’odore della singola grappa, persino a scapito del sapore/gusto. L’impressione complessiva è di un’evoluzione anzitutto qualitativa del mercato.

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