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Guai a chiamarli Frankenstein: da Royal Merlot a Petit Cabernet, da Early Sauvignon a Jiulius ecco i “Vitigni Resistenti”, nuove varietà ideate da Università di Udine e Vivai Cooperativi Rauscedo, resistenti alle malattie e per vendemmie più precoci

Petit Cabernet, Royal Merlot, Early Sauvignon, ma anche Jiulius, Sauvignon Dorè, e Soreli: sono alcuni nomi dei cosiddetti “Vitigni Resistenti”, ovvero 10 nuove varietà di vite appositamente ideate per resistere alle malattie più comuni o per fornire vendemmie più precoci. Un’innovazione per rispondere agli effetti dei cambiamenti climatici, che traccia la direzione del futuro della viticoltura. A svilupparli è stata l’Università di Udine in collaborazione con i Vivai Cooperativi Rauscedo, che hanno raccontato il progetto oggi a Vinitaly a Verona. Ma guai a chiamarli “vigneti Frankenstein” o affiancarli all’idea degli Ogm. “I vigneti resistenti - ha spiegato il direttore generale dei Vivai Cooperativi Rauscedo Eugenio Sartori - sono infatti il frutto di ibridazione, seguendo le tecniche tradizionali. Come Rauscedo abbiamo condotto le valutazioni dal punto di vista agronomico e enologico. Sono vitigni interessanti perché uniscono la resistenza a malattie come la peronospera, a performance a livello enologico di tutto rispetto”. Ne nascono vini “a più alto livello salutistico e con maggior rispetto dell’ambiente” anche grazie al minor impiego di sostanze chimiche e trattamenti richiesti, e con “profili aromatici e aspetti enologici di valore vicini ai loro vini parentali”.

Secondo Sartori, queste nuove tipologie di vite “sono un passo in avanti sul fronte della ricerca e dell’innovazione, anche rispetto ad altri tipi di vitigni resistenti che sono stati ideati in Germania. È questo ciò di cui ha bisogno la viticoltura italiana ed europea che devono fare fronte ad un cambio climatico importante, e che hanno la necessità di avere vigneti ad alta sostenibilità ambientale, e di ridurre i costi di produzione”. Il prossimo passo è quello di riuscire a “iscrivere, nel tempo più breve possibile, i nuovi vitigni resistenti al registro nazionale delle varietà”. Sartori si è chiesto infatti se “ci sono forse vitigni resistenti figli di un Dio minore? Come mai nel nostro Paese sono stati autorizzati alla coltivazione almeno 8 vitigni resistenti, tutti creati in Germania (e registrati anche richiamando nel nome il loro parentale, come Cabernet Cortis e Cabernet Carbon), mentre la Regione Friuli Venezia Giulia è ancora in attesa di ricevere il via libera alla coltivazione di 10 nuovi vitigni creati dai ricercatori dell’Università di Udine?”.

“Si tratta di una situazione che penalizza fortemente i viticoltori italiani - ha proseguito Sartori - che sono fortemente interessati all’utilizzo di questi vitigni resistenti che permettono la realizzazione di vigneti ad alta sostenibilità ambientale e vini di assoluto pregio. Il rischio che corriamo è che ancora una volta il frutto della ricerca italiana vada a vantaggio di altri Paesi europei in cui tali autorizzazioni vengono rilasciate in tempi brevissimi”.

Era il 1998 quando l’Università di Udine iniziò a lavorare allo sviluppo di nuove varietà resistenti; tale progetto di ricerca ha avuto un successivo impulso nel 2006 con la costituzione dell’Istituto di Genomica applicata, nato grazie anche all’importante contributo finanziario dei Vivai Cooperativi Rauscedo. Il progetto è culminato nella creazione di 10 vitigni resistenti che attendono dal 2013 l’iscrizione al Registro nazionale delle varietà.

Focus - Identikit: le barbatelle dei Vivai Cooperativi Rauscedo
I Vivai Cooperativi Rauscedo (Vcr) sono la più grande impresa al mondo di produzione di barbatelle (oltre 60 milioni suddivise in più di 4.000 combinazioni) che oggi opera in oltre 30 Paesi stranieri. È una cooperativa di 250 soci nata nel 1933 in un piccolo Paese della provincia di Pordenone che - grazie all’estensione dei terreni (1.100 ettari di vivaio e 1.050 di portinnesti), al clima particolarmente favorevole e alla costante attenzione alla ricerca come forza propulsiva - è diventata in poco tempo la più grande azienda vivaistica del mondo. Tutti i processi biologici, dalla formazione del callo alla radicazione, alla maturazione e lignificazione, si svolgono a Rauscedo in condizioni ottimali e danno luogo ad una qualità morfologica ineccepibile sotto il profilo genetico e sanitario. Le vendite complessive della cooperativa Vcr negli ultimi 20 anni sono cresciute del 158%, passando da 26 milioni di unità a 67 milioni e le esportazioni del 273% a conferma dell’elevata qualità del prodotto.
Info: www.vivairauscedo.com

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