Non si è fatta attendere la risposta del presidente dell’Enoteca Italiana Flavio Tattarini alla proposta del presidente dell’Enoteca del Piemonte Pier Domenico Garrone (ma sostenuta anche dal sottosegretario alle Politiche Agricole - con delega alla vitivinicoltura - Teresio Delfino) di dar vita ad una nuova Enoteca (il progetto di Garrone era quello di creare una nuova Enoteca d’Italia, con un ruolo di authority nazionale per la tutela dei consumatori, ma anche di promozione e valorizzazione del meglio il made in Italy, ndr). “L’Ente Nazionale Vini/Enoteca Italiana - spiega seccamente Tattarini - esiste già e non c’è da sostituirlo”. Ancora Tattarini: “la superficialità propagandistica di Garrone non ci stupisce, semmai ci rafforza nel nostro ruolo assolto con serietà e rigore e con proficui risultati a livello nazionale e internazionale con tanti anni di collaborazione con il Ministero, le Regioni, l’Istituto per il Commercio con l’Estero, il sistema delle Camere di Commercio, la filiera vinicola nazionale. Quello che ci stupisce è il modo arrogante e liquidatorio con cui affronta il giudizio sulla nostra esperienza e sui nostri rapporti istituzionali, pur non avendo mai avuto o sollecitato con noi alcun rapporto”. “Non siamo stupiti - spiega ancora Tattarini - perché abbiamo chiaro il disegno dell’Enoteca del Piemonte di farsi spazio, bruciare il tempo perso per coprire un ruolo che è difficile riconoscerle allo stato delle cose … Ripeto, però, l’Enoteca Italiana esiste e non c’è da sostituirla: la sua sede è Siena e non c’è da trasferirla, 70 anni di storia, il legame profondo con il sistema produttivo e le istituzioni è vivo ed operoso, come si è visto anche al Salone del Vino di Torino … L’Enoteca Italiana ha ottime credenziali per respingere un progetto campato in aria”. Flavio Tattarini riconosce poi le esigenze di un confronto nuovo e attivo con il Ministero delle Politiche Agricole, così come indicato dal sottosegretario all'Agricoltura, Teresio Delfino.
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