Salgono a quattro le tenute della famiglia Cecchi di Castellina in Chianti: l'ultimo acquisto (8 ettari di vigneto, con previsione di 30), dopo la Tenuta Valle delle Rose a Scansano (i Cecchi sono stati i primi produttori, peraltro, ad arrivare ed a credere nelle potenzialità del territorio di Maremma), è in Umbria a Montefalco, distretto emergente nell'Italia del vino, grazie soprattutto all'azione condotta in questi anni da Marco Caprai. L'investimento (circa 5 miliardi di lire), comunicato ufficialmente in questi giorni da Luigi Cecchi, il patriarca della famiglia chiantigiana, ha l'obiettivo "di proseguire il lavoro di valorizzazione dei vitigni autoctoni, nella fattispecie il Sagrantino, unendo le proprie energie a quelle degli altri viticoltori di Montefalco. Del resto, il Sagrantino è uno dei vini più alla moda e con ulteriori prospettive di crescita". "L'Umbria - continua Luigi Cecchi - è una terra ricca di tradizioni storiche, enogastronomiche e di notevole pregio paesaggistico e, soprattutto, Montefalco lo ritengo un territorio particolarmente vocato alla produzione vitivinicola".
Secondo fonti ufficiali, Cecchi (che nel 2000 ha fatturato 55 miliardi, di cui il 65% all'estero, in particolare Gran Bretagna, Usa e Germania), nel "progetto Montefalco", ha incluso anche la ristrutturazione del Palazzo Paolucci (XIV secolo), nel centro storico della cittadina umbra, che sarà sede di rappresentanza e degustazione.
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