02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

I “GRANDI MARCHI” DEL VINO ITALIANO A TOKYO: LA VARIETA’ DEL VINO ITALIANO E’ CHIAVE DI SUCCESSO PER CONQUISTARE CUCINA GIAPPONESE. SIMPLY ITALIAN GIAPPONE: “LA CULTURA DEL VINO E’ FATTORE DI COMPETITIVITA’ SUI MERCATI INTERNAZIONALI”

Il sushi con i grandi bianchi delle isole italiane e della Campania; il tori karage - il tradizionale pollo fritto della cucina popolare giapponese - con i vini piemontesi; il tendon - la zuppa a base di riso, scampi e gamberi - con i vini veneti e trentini. Il vino italiano entra in Giappone passando dalla cucina, e gioca la carta dell’abbinamento per conquistare i palati più curiosi dell’italian lifestyle di tutta l’Asia. Ed è stato proprio all’insegna dell’abbinamento l’evento che i “Grandi Marchi” ha organizzato, ieri sera, a Tokyo.

“Le 19 firme icona dell’enologia italiana - ha detto Piero Mastroberardino, vice presidente dei “Grandi Marchi” - hanno dimostrato che la varietà del vino italiano, e la sua capacità a coniugarsi con le diverse tradizioni gastronomiche, è la vera chiave del successo del made in italy in questo Paese”. La promozione internazionale del vino italiano deve perciò adottare nuovi strumenti in grado di coinvolgere non solo i player professionali, distributori e importatori, ma soprattutto i consumatori. “Sono loro a determinare l’andamento delle vendite del vino italiano in Giappone ancora dominato da birra e sakè”.

Attualmente il vino in Giappone è riservato alle occasioni speciali o ai pasti fuori casa, mentre il consumo domestico è orientato alla birra e al sakè. Unico dato in contro tendenza quello di Tokyo, dove si consuma quasi la metà (47%) del vino dell’intero Giappone con una quota pro capite ch arriva ai 5 litri contro una media di 2 litri.
Dopo l’evento in Ambasciata l’Istituto Grandi Marchi si unirà oggi, sempre a Tokyo, all’ultima tappa di Simply italian Asia, evento Iem-International Exhibition Management (società veronese leader nella promozione del vino italiano nel mondo): in calendario seminari, degustazioni e workshop per oltre 40 aziende italiane. “La cultura e la storia legate al vino italiano sono, in questo Paese, leve - spiega Giancarlo Voglino, managing director Iem - per la competitività del made in italy. Solo il rafforzamento di una strategia focalizzata sul consumatore potrà potenziare la nostra quota di mercato stabile al 15% da due anni”. L’Italia è il secondo Paese importatore di vino in Giappone, preceduto dalla Francia che detiene il 55% dell’intero mercato.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli