C’è una novità nell’assetto dell’Istituto del Vino Italiano di Qualità Grandi Marchi, l’associazione che mette insieme 19 delle griffe più rappresentative e prestigiose del Belpaese enoico, di cui entra a far parte Col d’Orcia, a rappresentare una denominazione ed un territorio, il Brunello di Montalcino, tra le più conosciute e apprezzate dell’enologia italiana sui mercati internazionali, prendendo il posto della Società Agricola Greppo - Biondi Santi che, in seguito ai nuovi assetti societari, ha deciso di lasciare l’Istituto nei mesi scorsi. Con 140 ettari vitati, di cui 108 destinati alla produzione di Brunello, l’azienda, guidata dal 1992 dal Conte Francesco Marone Cinzano, è ormai passata completamente alla gestione bio, e nelle sue cantine vanta una collezione di 50.000 bottiglie di vecchie annate di Brunello, un vero e proprio tesoro. “Sono lieto di poter annunciare, a nome di tutti gli amici soci dell’Istituto Grandi Marchi, l’ingresso di un’altra famiglia di grande prestigio nella nostra compagine”, ha commentato Piero Mastroberardino, presidente dell’Istituto, accogliendo Col d’Orcia, mentre Francesco Marone Cinzano si è detto “felice ed onorato di far parte di questo gruppo prestigioso, con l’intenzione di poter contribuire alla continua crescita e diffusione dei vini italiani nel mondo”.
Focus - Le aziende dell’Istituto del Vino Italiano di Qualità Grandi Marchi
Alois Lageder
Argiolas
Ca’ del Bosco
Michele Chiarlo
Carpenè Malvolti
Col d’Orcia
Donnafugata
Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute
Gaja
Jermann
Lungarotti
Masi
Marchesi Antinori
Mastroberardino
Pio Cesare
Rivera
Tasca D’Almerita
Tenuta San Guido
Umani Ronchi
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