Non sarà mai come l’originale, ma certo che il “regalo” fatto dagli allevatori spagnoli agli Stati Uniti rischia di rivelarsi come uno dei peggiori boomerang che il comparto agroalimentare spagnolo, e forse europeo, abbia mai visto: come raccontato dal “The Guardian”, ed in Italia da “Il Messaggero” (in un articolo a firma del giornalista Carlo Ottaviano), due prosciuttifici di Texas e Georgia hanno ottenuto l’autorizzazione all’importazione dei mitici maiali dalle zampe nere, ossia i “Pata Negra”, da cui si produce il più pregiato dei prosciutti, il Jamòn Ibèrico de Bellota. Certo, non basterà allevare lo stesso tipo di maiale per ottenere lo stesso risultato, perché il know how non si esporta, e gli sconfinati boschi di querce, con le ghiande che rendono tanto gustosa la carne dei “Pata Negra”, neanche.
Ma il pericolo è un altro: ossia aprire la strada ad un prodotto comunque simile, che potrebbe conquistare a prezzi decisamente inferiori sia il mercato americano che quello sudamericano ed asiatico. Una possibilità che ha ovviamente provocato l’indignazione degli industriali del prosciutto spagnolo, e che riporta in auge l’endemica debolezza delle produzioni europee, nel loro complesso, sul mercato Usa, dove il falso ha vita facile. Lo sa bene l’Italia, che Oltreoceano nel 2019 ha esporta sì 4,5 miliardi di euro di wine & food, ma deve fare i conti con un giro di affari dell’italian sounding, ossia di tutti quei prodotti che richiamano il made in Italy pur essendo prodotti proprio in Usa (parmesan, pecorino cheese e quant’altro), che, secondo la Coldiretti, varrebbe addirittura 24 miliardi di euro.
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