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I NOSTRI VINI SONO ECOLOGICI BRUNELLO,CHIANTI E NOBILE NON “STRESSANO” L'AMBIENTE: LO CONFERMA UNA RICERCA DELL'UNIVERSITA' DI SIENA

La produzione toscana di vino, del Chianti come del Brunello di Montalcino o del Nobile di Montepulciano, ha un impatto ed una sostenibilità ambientale migliore rispetto alla media della produzione vitivinicola dell’Italia e di altri paesi. Richiede un minor impiego d'energie, “stressa” meno l’ambiente e non lo violenta. “I processi vitivinicoli di Chianti, Brunello di Montalcino e Nobile di Montepulciano appaiono molto sostenibili rispetto alla media nazionale: inferiore appare, infatti, tra gli indici calcolati per la produzione di uva, il rapporto di impatto ambientale in confronto ai valori italiani: il valore medio per le aziende di Chianti, Brunello e Nobile è 3,97 rispetto a 5,33 su scala nazionale”.

A questa conclusione si è arrivati dopo uno studio commissionato da Toscana Ambiente, società consortile del sistema della Camere di Commercio della Toscana, condotto da un gruppo di lavoro del Dipartimento di Scienze Tecnologiche Chimiche e dei Biosistemi dell’Università di Siena, guidato dal professor Enzo Tiezzi, che nella ricerca ha impiegato per la prima volta in Italia un metodo d’analisi assolutamente all’avanguardia, messo a punto con la collaborazione dell’Università della Florida. Si tratta dell’analisi energetica con il metodo di Odum, che traduce in termini di energia solare qualsiasi tipo di attività impiegata in una produzione ed è in grado quindi di misurare il lavoro sostenuto dall’ambiente. Nella ricerca scientifica tutto viene considerato, soppesato e ricondotto ad un’unica unità di misura: le risorse energetiche rinnovabili così come quelle non rinnovabili, il lavoro umano così come l’impiego di fertilizzanti.

L’accurata ricerca dell’équipe di Tiezzi si è svolta con sopralluoghi e rilievi in un ettaro di terreno di alcune aziende-campione di Chianti, Brunello di Montalcino e Nobile di Montepulciano. Lo studio stabilisce che nella fase di produzione l’uva di Montalcino “richiede un maggior dispendio energetico e soprattutto una più elevata quantità d'input non rinnovabili”, seguita da quella del Chianti e di Montepulciano. “Dal rendimento energetico si può vedere che la produzione vitivinicola chiantigiana, con 1,79 sfrutta in maniera più efficace le risorse ambientali di quanto non faccia quella del Nobile, con 1,57, e quella di Montalcino con 1,63”. E mentre la produzione chiantigiana primeggia anche per l’efficienza dal punto di vista energetico - nel senso che rispetto alle altre richiede minore input di energia solare, per unità di prodotto, grazie anche ad una maggiore produttività - quella del Nobile di Montepulciano risulta la migliore in quanto a rapporto di impatto ambientale perché è basata più delle altre su risorse rinnovabili, che coprono il 23,6 per cento dell’energia totale necessaria alla produzione di uva. Per il professor Enzo Tiezzi, sotto questo aspetto, il sistema vitivinicolo senese visto nel suo insieme esce comunque vincitore dal confronto con il resto del Paese. “Tutti quanti (aziende di Chianti, Brunello e Nobile) sono risultati comunque inferiori alla media nazionale, a dimostrazione di come queste aziende non esercitano eccessiva pressione sull’ambiente”.

La ricerca universitaria, finanziata dalla Camera di Commercio di Siena, è stata promossa da Toscana Ambiente, società consortile del sistema della Camere di Commercio della Toscana, nata nel '96 con lo scopo di supportare, coordinare e potenziare tutte le attività e le iniziative della Camere di Commercio in materia ambientale, oltre a fornire informazioni e assistenza su tale tema a favore del tessuto produttivo.

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