"O porco mio gentile, porco dabbene, fra tutti gli animi superlativo, desiderato a desinari e cene, tu consenti, saziando, ogni uomo vivo con le tue membra valorose e belle; tu non hai 'n te niente di cattivo''. Antonio Grazzini, novelliere del '500 aveva, evidentemente, il maiale a cuore pensando alle sue innumerevoli doti alimentari. E' questa una curiosità, insieme a tante altre prelibatezze, da trovare, gustare e piluccare tra le 650 pagine dell'Enciclopedia dei prodotti tipici d'Italia, un volume a cura del noto gastronauta Davide Paolini, edito nella collana delle Garzatine in uscita in questo giorni. E così, in un itinerario che viaggia nel tempo e nello spazio, sull' onda di intensi profumi e sapide suggestioni, è facile lasciarsi tentare dai Marubini cremonesi, una pasta fresca ripiena di farina di grano tenero da servire in un fumante “trebrodì” composto da manzo, pollo e salamella, al Fatulì, un formaggio di latte caprino ottenuto da una razza in via di estinzione - quella delle capre Bionde della bresciana Valle del Saviore - alla valdostana Fiandolein, una morbida crema simile allo zabaione aromatizzata al rum. Non tutti sanno che nel nostro Paese esistono ad esempio oltre 18 diverse tipologie di salsicce, 60 salami, o che sia possibile fotografare un'inedita “Italia dei prosciutti”, essendocene ben 23 varietà; e questo partendo dal Friuli Venezia Giulia e da Parma con il San Daniele e il Parma, passando poi dalla Valle d'Aosta con il Saint Marcel e il suo alchimista-erborista, dalla Campania con il Pietraroia rigorosamente affumicato e stagionato per due anni, per arrivare poi in Sardegna, nel nuorese con il crudo di Desulo e in Sicilia al prosciutto dei Monti Nebrodi. Si tratta di un vasto progetto enciclopedico, con tutti i prodotti rigorosamente in ordine alfabetico divisi per regione e quindi di facile consultazione, che racconta con l’aiuto di vignette e antiche iconografie la storia italiana attraverso i suoi prodotti, nessuno escluso. E' la curiosità il vero filo conduttore del volumetto, che coinvolge il lettore attraverso leggende e tradizioni dell'antica tavola, come quella che diede vita al gorgonzola, formaggio nato dalla fretta di un casaro innamorato ma anche smemorato che, per non buttare la cagliata del giorno prima vi unì inacutamente del latte appena munto; ma anche al Panettone di san Biagio, vescovo armeno vissuto a cavallo tra il III e il IV secolo d.c che poteva curare non solo le anime, ma anche il corpo. Tre anni sono stati necessari a Paolini per mettere a punto questo inedito cammino, navigando nel “mare magnum” dei tanti dialetti che contraddistinguono da sempre i nostri prodotti agro alimentari.
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