I produttori di vino chiedono al Governo turco una riduzione delle tasse, per permettere a un settore in espansione di crescere ancora di più. Per Hurriyet Ali Basman, direttore esecutivo della Kavaklidere, uno dei marchi enologici più noti in Turchia: “la Turchia ormai nella produzione del vino ha adottato tutti gli standard europei, ma c’è bisogno di una nuova politica di tasse anche per i vini di bassa fascia”.
Una richiesta in salita quella del vino, in un Paese amministrato da un premier, Recep Tayyip Erdogan, che di recente ha però paragonato fumo ed alcol al terrorismo. A inizio 2010, il governo moderato-islamico - che certo non ha l’incentivazione della produzione alcolica tra le sue priorità - ha tagliato le tasse per i vini di qualità alta, destinati a un consumo limitato da parte della popolazione. La tassa forfetaria è passata da 1,50 lire turche a 1,30 lire turche, in tutto 10 centesimi di euro di sconto. Una misura che non è sufficiente a far decollare un consumo più esteso della bevanda.
“I vini turchi - sottolinea Basman - sono di buona qualità e non eccessivamente cari e dovremmo fare in modo di aumentare il consumo”. Il consumo di vino in Turchia è ancora basso rispetto ad altre nazioni. In Francia i litri a persona consumati all’anno sono 50, in Grecia 20, in Turchia meno della metà. E in parte, secondo Barman, è colpa anche della concorrenza straniera.
“Le importazioni in Francia e in Italia non vanno mai oltre il 2% perché la gente preferisce bere il vino di casa propria - afferma il direttore della Kavaklidere - dovremmo importare la stessa statistica anche in Turchia”.
Fonte: Apcom
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