I rincari dei prezzi della pasta causati dalla crescita delle materie prime sono importanti (il dato sull’inflazione a giugno diffuso ieri vedeva un incremento del 22%), ma incidono sulla spesa delle famiglie italiane solo per 8-10 euro annui in più. Questa l’opinione di Guido Barilla, presidente della holding omonima, secondo cui in un anno la famiglia media italiana spende 120 euro comprensive degli aumenti.
“Altre cifre - sottolinea Barilla - rispetto al caro-petrolio”. “Questi incrementi di certo impattano sulla famiglia - ha argomentato - ma non si può certo dire che la pasta affama gli italiani”.
“Da 150 euro per tonnellata, il prezzo dei cereali ha toccato quest’anno i 550 euro per tonnellata, assestandosi adesso sui 350 euro - ha spiegato Guido Barilla, presidente del gruppo - e questo scenario impatta su tutta la filiera alimentare. Per questo motivo è stato necessario un aumento dei prezzi della pasta che, dall’inizio del 2007, è stato del 40%, ma pari a poco di più di 40-50 centesimi al chilo”.
Per il 2008, comunque, Barilla non prevede ulteriori aumenti dei prezzi grazie all’aumento di quantità dei raccolti: “ma - ha concluso il presidente della holding alimentare italiana - tutto dipende dai rincari della materia prima e su questo non abbiamo la sfera di cristallo”.
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