I vini rosati, insieme alla bollicine, sono una delle poche voci in crescita nel consumo in Italia. Secondo l’“Observatoire de l’economie du rosé” a cura del Conseil interprofessionnel des vins de Provence, nel 2011, il consumo di rosato in Italia ammontava a 1,18 milioni di ettolitri, aumentato nel 2012 fino a 1,34 milioni, con una crescita complessiva del 13,38%, e la tendenza, sebbene manchino numeri concreti, non sembra essersi arrestata nel 2013 e nel 2014. Tendenza che ben si combina con i gusti dei consumatori, che hanno iniziato a prediligere vini più facili da bere, più leggeri ed equilibrati, e a guardare di più agli aspetti salutistici. Ecco in breve il segreto del successo di un vino, il rosato, che continua a crescere, e non solo fra gli appassionati.
Arriva, in questo scenario, “Italia in Rosa. Chiaretto-Rosati-Rosé”, kermesse che, nel Castello di Moniga del Garda (Brescia), dal 5 al 7 giugno, si soffermerà sul fenomeno “in rosa” a partire dalla produzione locale, riunita nel Consorzio Valtènesi (www.consorziovaltenesi.it) che, tra il Lago di Garda ed Alpi, dà vita ad un originale vino rosé ottenuto dal vitigno di antica coltivazione Groppello.
Un viaggio che, oltre a degustazioni dei vini Valtenèsi, farà il punto sul momento attuale che sta attraversando questa particolare tipologia. Spazio, dunque, alla riflessione e al dibattito nel convegno “Valtènesi: dalle radici del rosè il futuro di un territorio - Il valore del vino rosé tra colore di gamma e tradizione produttiva”, condotto da Franco Ziliani, giornalista ed ottimo esperto di rosati; convegno in cui il Consorzio Valtènesi, diretto da Carlo Alberto Panont, analizzerà “Tre obbiettivi per disegnare la strategia produttiva” futura della denominazione. E poi ancora Gilles Masson, direttore del Centre de Recherche et d’Expérimentation sur le Vin Rosé di Vidauban (Provenza), che parlerà sul tema “Existe-t-il une typicitè des vins Rosés Valtènesi Chiaretto?”. Da ultimo i Chiaretti della Valtènesi a confronto con le altre grandi denominazioni italiane: analisi tra scelta di denominazione e dinamica commerciale.
Il mercato dei vini rosati è decisamente in crescita, e l’Italia sta affermando sempre più la sua quota di export grazie ad una qualità e a un rapporto qualità/prezzo ormai riconosciuti in tutto il mondo. I rosati del Bel Paese (dati Oiv) rappresentano più del 9% della produzione mondiale di vino. Il principale paese produttore è la Francia, seguita da Italia, Stati Uniti, Spagna e Germania. La Francia è anche il principale paese consumatore (34% della produzione mondiale), seguita da Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna e Italia, solo quinta (5%), nonostante sia il secondo paese produttore. L’Italia, in 10 anni, ha aumentato la sua quota di export passando dal 26% al 40%.
Ma per capire l’evoluzione che in Italia ha avuto il rosé, bisogna guardare anche alla sua storia. In auge negli anni Sessanta, si è rilanciato molto di recente. In Italia il mercato dei rosati ha segnato infatti il passo negli anni Ottanta e Novanta, m, negli ultimi 5 anni, si è iniziato a registrare un interesse crescente da parte dei consumatori.
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