I siti Giahs, della Fao sono ecosistemi in cui la produzione agricola condotta con tecniche tradizionali è fonte non solo di sostentamento per la popolazione ma anche un modo per preservare paesaggi forgiati da generazioni di agricoltori. Tra questi, per l’Italia e per il vino, c’è il Soave, che con le sue colline vitate è diventato punto di riferimento a livello mondiale. Tanto che è stato il Consorzio del Soave a coordinare proprio il primo incontro pubblico via web per far luce sul valore di questi territori (per il Belpaese, tra gli altri, anche la Fascia Olivata di Spoleto e Assisi, ed a livello europeo si contano anche la Valle salada de Anana, gli oliveti di Senia e gli orti di Valencia e Malaga in Spagna, o Barroso in Portogallo), e soprattutto per creare un sistema di rete sia per lo scambio di esperienze, ma anche per cercare assieme opportunità di finanziamento su progetti europei, soprattutto alla luce della nuova Pac in discussione in Commissione Europea. Guardando soprattutto alla tutela della sostenibilità, non solo ambientale, guardando tanto ai problemi più immediati che ai rischi futuri. Diverse sono infatti le minacce per questi ecosistemi: dall’erosione del suolo all’abbandono dell’agricoltura da parte delle nuove generazioni fino alle nuove malattie e agli insetti che stanno creando diminuzioni nei raccolti.
Perchè è forte la necessità di dare maggiore attenzione a questi luoghi che custodiscono la storia e la tradizione dell’agricoltura europea, e che sono esempio di resilienza e di capacità di resistere nel tempo. Tra le opportunità comuni vi è quella di dialogare con la Unwto, l’organizzazione globale che si occupa di turismo, per un programma sul turismo rurale sostenibile, opportunità che in altri siti Giahs ha sensibilmente aumentato sia i prezzi dei beni prodotti ma che ha anche creato grandi benefici per l’indotto. Un incontro, quello coordinato dal Consorzio del Saove, che è solo l’inizio di un percorso, che vedrà i siti europei incontrarsi con cadenza semestrale per discutere sulle future azioni, anche in coordinamento con l’Unione Europea.
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