L’agricoltura italiana è fatta di tante anime, che guardano al futuro con preoccupazione, soprattutto quando si parla di piccole e medie aziende. Che sono in agitazione, e che domani, sotto la bandiera del “Consiglio Unitario”, faranno il punto sullo stato dell’arte e sulla loro mobilitazione, nella Sala Stampa della Camera dei Deputati. Ospiti di Francesco Mari, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, interverranno i rappresentanti del “Consiglio Unitario della Mobilitazione contro la Crisi” (lo spazio unitario di coordinamento delle molte realtà territoriali e nazionali che hanno risposto all’appello del Coapi, il Coordinamento Agricoltori e Pescatori Italiani sorto durante le mobilitazioni dei trattori dei primi mesi del 2024) e della Rete dei Municipi Rurali (che da oltre 15 anni promuove l’incontro tra i sindaci e i rappresentanti istituzionali di territorio e gli attori sociali impegnati a difendere e tutelare le aree rurali e il diritto al cibo).
La conferenza stampa sarà coordinata da Gianni Fabbris a nome del Consiglio Unitario e vedrà la partecipazione di Francesco Aiello (sindaco di Vittoria, la città siciliana che ospita uno dei più grandi mercati dell’ortofrutta del Mediterraneo, e presidente della Rete dei Municipi Rurali), Maurizio Gambini (sindaco di Urbino, agricoltore e vicepresidente della Comunità Montana dell’Alta Valle del Metauro), Nevio Torresi (pescatore della Marineria di Cesenatico per la Rete dei Pescatori Artigianali del Mediterraneo), Antonello Nudo (agricoltore della Provincia di Avellino a nome del Consiglio Unitario della Campania) e Daniela Rossi (agricoltrice della Provincia di Milano a nome del Consiglio Unitario della Lombardia). In conferenza stampa verranno presentati i documenti, le proposte e le richieste alla politica, l’agenda delle iniziative, l’appello ai sindaci d’Italia, la petizione al Presidente della Repubblica e l’agenda delle iniziative comprese le tre giornate interregionali di mobilitazione che prepareranno la manifestazione del 19 marzo a Roma nella Piazza del Campidoglio.
La conferenza stampa sarà, anche, l’occasione per diffondere una lettera aperta alla politica con la richiesta di incontro a tutti i capigruppo alla Camera ed al Senato, ed ai segretari dei Partiti, e “nella stessa giornata del 20, come sta accadendo dal 28 gennaio in diverse regioni d’Italia, continueranno le mobilitazioni. Tra le altre - spiega una nota - si segnala la manifestazione di Ferrara con un corteo di trattori che si concluderà in Piazza Castello e una delegazione che, scortata da un gruppo di trattori, arriverà in Comune per consegnare al sindaco la lettera ai Municipi e la richiesta di adottare una delibera di sostegno con l’invito a partecipare alla manifestazione del 19 marzo a Roma. A Milano, verrà installato un presidio di persone con i trattori sotto la sede della Rai di Corso Sempione per denunciare il silenzio dell’informazione nazionale. La manifestazione di Milano alla Rai sarà solo la prima di una serie di iniziative che il movimento sta mettendo in campo per denunciare all’opinione pubblica l’intollerabile e incredibile oscuramento che a livello nazionale si sta stendendo sulle mobilitazioni e le proposte di chi lavora la terra e nel mare. Se le cronache regionali e locali riportano puntualmente i dettagli e gli obiettivi delle iniziative in corso (assemblee, manifestazioni, incontri con i sindaci, diffusione di documenti e di proposte innumerevoli dal 28 gennaio scorso e quasi quotidiane in molte regioni italiane), le cronache nazionali sembrano non accorgersene, e negano ai cittadini italiani di sapere e conoscere la natura di questo movimento degli agricoltori che ha fatto della democrazia e della difesa degli interessi comuni la sua bandiera e che si sta espandendo in tutto il Paese”.
“Questo è un movimento che ha le idee chiare - commentano dal “Consiglio Unitario” - e che fa sentire forte la sua denuncia perché il Paese sappia. Per quanto tempo dovremo ancora sopportare il racconto strumentale di un agroalimentare che va a gonfie vele e dove tutti sono felici e contenti? L’agroalimentare è una cosa, l’agricoltura, l’allevamento e la pesca sono un’altra. Per quanto tempo non guarderemo in faccia la realtà di un agroalimentare in cui si rafforzano l’agroindustria e la grande distribuzione, mentre le piccole e medie aziende produttive dell’agricoltura, dell’allevamento e della pesca si impoveriscono e chiudono lasciando vuoti ed esposti i territori e indebolendo il diritto al cibo di tutti i cittadini? Forse sta proprio qui il motivo del tentativo di oscuramento dell’informazione nazionale. Forse sta nel tentativo di impedire che i cittadini conoscano la verità e di quanto rischiosa per la democrazia sia la deriva di un Paese che perde i propri agricoltori, allevatori e pescatori”.
Quattro, si legge in una lettera pubblicata nei giorni scorsi dal Coapi, gli obiettivi principali della mobilitazione: “sviluppare una campagna di informazione e controinformazione rivolta all’opinione pubblica, per spiegare l’inganno che confonde l’agroalimentare italiano (in mano alla speculazione e che si giova di molti favori) che cresce e l’agricoltura, la pesca e l’allevamento che si impoveriscono, mentre il Paese paga i costi dell’abbandono delle terre di un made in Italy fatto solo di marchi speculativi industriali senza la materia prima di agricoltori e pescatori; collegare tra di loro le tante crisi (economiche, sociali, ambientali e di democrazia) che stanno uccidendo il nostro patrimonio di lavoro della terra e nel mare per costruire, su base democratica, l’unità degli agricoltori, degli allevatori, dei trasformatori artigianali e dei pescatori e l’alleanza con i cittadini e i lavoratori del comparto sugli obiettivi comuni; ottenere dal Governo nazionale, che l’anno scorso ha aperto un tavolo di confronto con gli agricoltori in mobilitazione, un Piano di Azione Straordinaria per salvare le piccole e medie imprese dell’agricoltura, dell’allevamento e della pesca adottando una Dichiarazione di Stato di crisi e assumendo un pacchetto di misure anche in deroga alle regole comunitarie ed ordinarie; aprire con le istituzioni un confronto sulle riforme di sistema necessarie ad assicurare la sovranità alimentare che è, ricorda il “Consiglio Unitario”, il diritto del Paese ad avere campagne e marinerie vive con uomini e donne al lavoro oltre che il diritto al cibo e ad un territorio tutelato e non certo gli interessi delle lobbies industriali e finanziarie”.
Il “Consiglio Unitario” ribadisce e rilancia la denuncia della crisi, sottolineata nel documento di convocazione della mobilitazione: “sono le aziende produttive quelle che pagano il prezzo della crisi. In venti anni hanno chiuso oltre il 50% delle aziende della pesca e agricole (meno 500.000 solo negli ultimi dieci anni). Del totale delle 1,3 milioni chiuse, il 75% è in montagna o collina (con l’abbandono delle aree coltivate pari a circa 850.000 ettari in zone particolarmente vulnerabili dal punto di vista ambientale, idrogeologico e sociale). Dati che se letti nel contesto europeo sono ancora più gravi: mentre continuano a crescere le performance dell’agroalimentare italiano, crolla il reddito reale dell’agricoltura per addetto (Eurostat certifica che nel 2020 in Europa è aumentato in media di 2,8%, ma in Italia è diminuito del 2,9%)”.
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